Basole tirate via con la ruspa, l’ex soprintendente di Vibo e Reggio: «È mancata sinergia tra impresa e Comune, ma si può rimediare»
L’attuale direttore del museo dei Bronzi di Riace, Fabrizio Sudano, interviene su quanto accaduto in via Luigi Razza: «Numerare le piastrelle è una routine ormai standardizzata, qualcosa non ha funzionato»
Da una parte un bene storico-culturale per la cui tutela tanti cittadini, negli ultimi giorni, stanno mostrando forte interesse; dall’altra dei lavori di rigenerazione urbana resi possibili soprattutto grazie ai fondi Pnrr. È il crocevia rappresentato da via Luigi Razza, in pieno centro storico a Vibo Valentia, dove l’antica pavimentazione, risalente al 1700, è interessata da un intervento di svellimento partito in maniera tutt’altro che tranquilla e in linea con le prescrizioni del caso. Come riportato nei giorni scorsi dalla redazione de Il Vibonese, infatti, i primi due metri di pavimentazione sono stati rimossi senza la necessaria numerazione delle antiche basole e con le stesse divelte senza troppi riguardi da una ruspa.
Lavori che, ha chiarito nei giorni scorsi l’assessore ai Lavori pubblici Salvatore Montelone, sono stati bloccati non appena il Comune ha preso atto di ciò che stava accadendo. A dare il suo punto di vista ai microfoni di LaC e Il Vibonese è da ultimo Fabrizio Sudano – già Soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia e attualmente direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria – presente nel corso di un’iniziativa pubblica a Palazzo Gagliardi e al quale abbiamo chiesto un commento sulla vicenda.
Sudano: «Procedure comuni e standardizzate. Qualcosa non ha funzionato»
«Queste sono operazioni che si devono fare sempre con una sinergia completa a partire dalla progettazione. Poi arriva il parere degli uffici competenti che si occupano della tutela, in questo caso di una pavimentazione storica, e si dovrebbe seguire l’iter che prevede sicuramente delle prescrizioni che devono essere rispettate sia dalla stazione appaltante, in questo caso il Comune, ma sicuramente anche dall’impresa» ha premesso Sudano.
«Se c’è stato qualche problema evidentemente questa sinergia magari non ha funzionato, ma sono fiducioso che le cose possano essere rimesse nel binario giusto», ha aggiunto, sottolineando come «esempi di questo tipo la soprintendenza di Reggio e Vibo ne ha vissuti tantissimi; penso al corso Garibaldi, magari con tante polemiche, però la numerazione di basole e di elementi che vanno rimossi e riposizionati sono procedure ormai talmente standardizzate e comuni che sicuramente, nel caso di via Luigi Razza, c’è stato qualche problema e va risolto».
La rigenerazione urbana e il rischio di perdita di identità
Comune denominatore delle critiche di cittadini e rappresentanti di associazioni ai vari interventi di rigenerazione urbana sul territorio vibonese (dalle antiche pavimentazioni a lunghi simbolo come le piazze cittadine) è il rischio della perdita di un’autentica identità della città capoluogo, con progetti che stravolgono l’assetto precedente o fanno “scomparire” elementi storici. Anche su questo aspetto il direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria ha cordialmente detto la sua.
«Ci sono passato parecchio anche a Reggio Calabria con situazioni di questo tipo – ha spiegato Sudano -. Intanto c’è da dire che il PNRR è un’occasione che difficilmente si ripeterà almeno per la generazione nostra, in cui stiamo prospettando per il futuro nuovi spazi pubblici, nuove strutture, grazie appunto ai fondi del Pnrr. Quindi secondo me è un’occasione unica e in quanto tale va colta. Poi magari qualche progetto è un po’ più ambizioso o comunque permette di guardare al futuro eliminando in qualche modo qualche elemento antico, bisogna vedere anche se questi elementi antichi sono tutti quanti da vincolare e tutelare».
«Di solito – ha concluso – si cerca di riposizionare gli elementi storici. Quando non è possibile farlo io mi fido sempre dei progettisti anche se la strada migliore è sempre quella del compromesso tra il rispetto degli elementi storici e il nuovo assetto di luoghi pubblici che vanno comunque vissuti e devono durare quindi diciamo va trovata la giusta strada per poter contemplare tutti gli interessi».