venerdì,Gennaio 24 2025

La mamma di Greta Medini ci conduce nella stanza della figlia scomparsa nel 2016: «Il teatro intitolato a lei? Una cosa grande» – VIDEO

Angela Crudo ringrazia i vibonesi che hanno risposto al sondaggio del nostro giornale e hanno scelto la straordinaria violinista morta a 26 anni in tragiche circostanze: «Il vostro affetto ci ha travolti, hanno chiamato da ogni parte del mondo»

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«Mi costa una fatica incredibile parlare di Greta pubblicamente, è la prima volta che lo faccio, ma sentivo la necessità di ringraziare tutti», le parole di Angela Crudo, mamma di Greta Medini, rivelano un dolore inestinguibile che scolora la sua vita dal 2016, quando Greta scomparve tragicamente. Violinista di straordinaria bravura, diplomata al Conservatorio a soli 16 anni e poi esplosa sulla scena internazionale per un talento considerato più unico che raro, Greta Medini è stata scelta dai nostri lettori come il personaggio a cui andrebbe intitolato il nuovo teatro di Vibo Valentia. Un sondaggio lanciato da Il Vibonese che l’ha vista prevalere con oltre il 67 per cento dei voti davanti a Raf Vallone, Giuseppe Berto, Antonino Murmura e Vincenzo Ammirà

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La mamma Angela ci accoglie nella sua casa per parlarci di sua figlia scomparsa tragicamente a soli 26 anni. Non nasconde la sua emozione di fronte all’affetto che si è scatenato. «Ringrazio ilvibonese.it per aver proposto questo sondaggio», dice senza mostrare il volto per celare quel dolore che ancora porta nel cuore come il primo giorno senza sua figlia. «Il calore che i vibonesi hanno dimostrato ci ha travolti, anche se sentir parlare della nostra Greta ha riaperto ferite mai chiuse. Non è stato facile – ammette – sono state giornate di forti emozioni ma non potevamo non ringraziare la gente, conoscenti e non, che hanno partecipato al sondaggio. Mi hanno scritto dal Giappone all’Inghilterra per partecipare alle votazioni. Greta aveva amici ovunque», spiega orgogliosa.

«Se l’amministrazione comunale dovesse decidere di intitolare il teatro a Greta Medini, per noi sarebbe una cosa troppo grande, come troppo grande è stata Greta nella mia vita e come troppo grande e devastante è stata la scelta che ha fatto».

Nella stanza della musicista vibonese il tempo si è fermato a dicembre del 2016. Il cestino con l’ultimo pacchetto di sigarette accartocciato e un mazzo di rose rosse. Le foto del primo concerto a 8 anni, quella con suo nonno, la sua prima medaglia e le pareti della stanza trasformate in una enorme tela dove Greta, l’enfant prodige del violino, ha disegnato il suo mondo fatto di colori e natura. Una vita breve ma intensa che ha lasciato il segno nei cuori di chi l’ha conosciuta e amata, ma ha segnato in maniera indelebile anche la città di Vibo che non l’ha mai dimenticata. «A 26 anni, dopo avere girato il mondo, aveva deciso di tornare nella sua a Vibo Valentia. Le mie radici mi chiamano, diceva sempre…».

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