mercoledì,Gennaio 22 2025

Unità mobili di chirurgia per smantellare il reparto e iniziare i lavori all’ospedale di Vibo: un mese per non perdere 25 milioni – VIDEO

È una corsa contro il tempo quella dell’Asp che sta cercando una soluzione per trasferire anche Ortopedia e Oculistica. Ridimensionata l’ipotesi di portare tutto a Tropea

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«Se i lavori non iniziano entro la fine di febbraio perderemo i finanziamenti». È una corsa contro il tempo quella ingaggiata dall’Asp di Vibo Valentia per dare seguito al programmato intervento di ristrutturazione antisismica dell’ospedale Jazzolino per 25 milioni di euro targati Pnrr.
A essere interessata dai lavori sarà l’ala che ospita i reparti Ortopedia, Oculistica, ma soprattutto per la sua particolare valenza nelle dinamiche ospedaliere, quello di Chirurgia. Quindi, poter aprire il cantiere, bisogna prima capire come risolvere un enorme problema: trasferire altrove pazienti, attrezzature, medici e personale sanitario. Uno scoglio gigantesco contro il quale si potrebbe infrangere la più concreta opportunità di rilancio e efficientamento del principale ospedale della provincia, quello del capoluogo appunto.

La deadline si avvicina ogni giorno di più e il commissario che guida la triade dell’Asp, Vittorio Piscitelli, ne è consapevole: «La sanità vibonese non si può permettere il lusso di perdere i finanziamenti a disposizione, ecco perché stiamo lavorando senza sosta per trovare una soluzione. In particolare, allestire altrove il reparto di Chirurgia generale non affatto una cosa semplice».

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La soluzione più gettonata nelle ultime settimane è stata quella di trasferire tutto l’ambaradan all’ospedale di Tropea, dove i posti non mancano, visto che l’attuale reparto di Urologia è praticamente vuoto. Ma lasciare a Vibo il Pronto soccorso e portare Chirurgia a circa 30 chilometri di distanza e almeno altrettanti minuti per andare da una parte all’altra, è un’ipotesi che fa tremare le vene ai polsi. A maggior ragione se si pensa che il reparto di Rianimazione è a Vibo.
Un Pronto soccorso senza Chirurgia e Rianimazione? Possibile, ma è un’ipotesi ricca d’incognite affidate al fato. Basti pensare a cosa potrebbe succedere se un paziente politraumatizzato avesse bisogno di essere immediatamente operato: occorrerebbe stabilizzarlo, eventualmente intubarlo e trasportarlo a Tropea, per poi riportarlo a Vibo se avesse bisogno anche di andare in Rianimazione. A Vibo resterebbe soltanto l’ambulatorio chirurgico annesso al reparto di emergenza, che si occupa delle urgenze di minore gravità, come le suture.

Alcuni giorni fa funzionari dell’Asp e medici dei reparti interessati hanno effettuato un sopralluogo a Tropea, proprio per verificare la possibilità di trasferire nel nosocomio costiero il reparto di Chirurgia. Ispezione che avrebbe confermato la percorribilità di questa strada, che però ora viene messa in forse dal commissario Piscitelli: «Stiamo valutando la fattibilità di un’altra soluzione – spiega a Il Vibonese -, cioè sale operatorie mobili, anche fuori dal perimetro urbano ma in prossimità comunque dello Jazzolino».
Le unità mobili, cioè ambienti modulari attrezzati di tutto punto, non sono una novità, anche se soltanto durante la pandemia queste strutture “esterne” si sono affermate nel panorama sanitario italiano, al fine di aumentare la capacità operativa e la capienza degli ospedali stressati dal Covid.
Dunque, alla fine, la soluzione potrebbe essere ibrida: trasferire il vero e proprio reparto di Chirurgia a Tropea e allestire sale operatorie mobili nei pressi dell’ospedale per affrontare i casi più urgenti che non possono attendere di essere trasferiti altrove.
Ma bisogna decidere in fretta, perché il tempo sta per scadere e i soldi rischiano di andare persi. Sarebbe una beffa insostenibile per il Vibonese, che ormai attende da quasi 30 anni la realizzazione del nuovo ospedale del quale, per ora, in Contrada Cocari, spuntano dal terreno soltanto le fondamenta.

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