‘Ndrangheta: i contrasti fra i Vallelunga e i Mancuso sulla Trasversale delle Serre
Nell'inchiesta Orthrus le riunioni fra i boss per spartirsi gli affari, i patti non rispettati e gli interessi su una centrale idroelettrica
Permette di rileggere gran parte degli accordi criminali nati all’ombra della costruzione della Trasversale delle Serre, l’operazione antimafia “Orthrus” scattata nelle scorse settimane contro il clan Chiefari di Torre Ruggiero e Iozzo di Chiaravalle. Un’inchiesta imponente della Dda di Catanzaro che svela diversi intrecci mafiosi che interessano anche i clan del Vibonese e raccontano dei contrasti andati avanti per anni fra il boss di Serra San Bruno, Damiano Vallelunga (poi ucciso a Riace nel settembre del 2009 per volontà dei Gallace di Guardavalle e dei Leuzzi di Stignano) ed i Mancuso di Limbadi proprio intorno alla costruzione della Trasversale delle Serre, la costosa opera pubblica ad oggi non terminata sulla quale – sin quando rimase in vita – a fare la voce “grossa” è stato il capo dei “Viperari” delle Serre. Gli interessi di Damiano Vallelunga nella zona si sarebbero concentrati anche su una centrale idroelettrica. [Continua dopo la pubblicità]
Il pentito Turrà e la riunione. Agli atti dell’inchiesta sono finiti i verbali del pentito Vitaliano Turrà, dell’omonima consorteria mafiosa di Serra San Bruno, ma con diramazioni anche a Guardavalle ed alleata ai Vallelunga, che ha raccontato “l’ardire di Damiano Vallelunga – scrivono i magistrati della Dda – nello sfidare i Mancuso”. Il collaboratore ha infatti svelato una “riunione, in tempi prossimi alla costruzione di alcune rilevanti opere pubbliche, quali la realizzazione della Trasversale delle Serre, che avrebbe collegato la costa ionica a quella tirrenica della parte centrale della Calabria – evidenzia ancora la Dda -, nonché la realizzazione di alcuni canali che avrebbero alimentato una centrale idroelettrica individuata in quella pertinente agli abitati di Gagliato e Satriano”.
Il collaboratore di giustizia Vitaliano Turrà si è in particolare soffermato sui “disaccordi sorti tra i Vallelunga da un lato ed i Mancuso di Limbadi ed i Fiarè di San Gregorio d’Ippona dall’altro, in quanto Damiano Vallelunga non avrebbe gradito l’interferenza né dei Mancuso e né dei Fiarè. I rappresentanti delle cosche della zona delle Serre vibonesi e catanzaresi si sarebbero così riuniti con l’intento “di costruire una potenza maggiore in grado di far valere le rispettive pretese”. Tutto ciò, ricostruiscono i magistrati della Dda di Catanzaro nella loro richiesta al gip distrettuale, avrebbe provocato “un atteggiamento ostile dei Mancuso nei confronti di Damiano Vallelunga”, descritto da molti collaboratori che avevano avuto modo di ricostruire le vicende di quell’epoca. Vitaliano Turrà ha spiegato agli inquirenti che a tale riunione per contrastare le ingerenze dei Mancuso e dei Fiarè parteciparono i Vallelunga ed i Turrà di Serra, i Maiolo di Acquaro, Vittorio Procopio di Satriano, Vittorio Sia di Soverato (ucciso il 22 aprile 2010 con sessanta colpi di kalashnikov), ed Antonio Chiefari di Torre Ruggiero. “In merito alla tipologia delle opere di interesse di tali consorterie – spiega la Dda – quelle di natura idrica riguardavano solo i tre comuni di Cardinale ed i restanti territori di Satriano e Gagliato. La Trasversale delle Serre, invece, partendo da Soverato coinvolgeva i comuni di Satriano, Gagliato, Chiaravalle, Torre Ruggiero, Spadola e da quest’ultima località scendendo verso la costa tirrenica, toccava i territori di Vallelonga, Capistrano, San Nicola da Crissa, Vazzano, Pizzoni e Maierato sino a raggiungere l’autostrada. Pertanto, Damiano Vallelunga manifestava interessi che oltrepassavano l’area territoriale di influenza”, ad ulteriore conferma della caratura del personaggio.
Il summit presieduto da Vallelunga. I pentiti raccontano poi che si era svolta una riunione tra esponenti della ‘ndrangheta dell’area delle Serre, tra cui quelli di Torre di Ruggiero e di Chiaravalle Centrale, presieduta da Damiano Vallelunga, il quale aveva stabilito che il territorio di Gagliato era di competenza di Massimiliano Sestito, mentre “il paese di Argusto – località geograficamente ubicata vicino Chiaravalle Centrale – era diviso a metà fra i Sestito e gli Iozzo”. Alla riunione sarebbero stati presenti, oltre a Damiano Vallelunga, anche Maurizio Tripodi di Soverato Superiore (cugino di Damiano Vallelunga), Vittorio Sia, Fiorito Procopio, Michele Lentini, gli Iozzo ed i Chiefari. A seguito della morte di Damiano Vallelunga, i patti non sarebbero stati tuttavia rispettati. «Quando infatti – sottolineano i pentiti – un escavatore di Antonio Chiefari è stato portato a Gagliato per effettuare dei lavori, i Sestito e Vittorio Sia lo avrebbero danneggiato per ritorsione dandogli fuoco».
Alcune intercettazioni telefoniche agli atti dell’operazione Orthrus dimostrano poi l’infiltrazione nei lavori della Trasversale delle Serre, tanto dei Chiefari di Torre Ruggiero, quanto degli Iozzo di Chiaravalle (attraverso lo schermo di terzi soggetti), tutti impegnati a ricevere somme di denaro a titolo estorsivo dagli imprenditori impegnati nella realizzazione della strada, a conferma delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Vincenzo Todaro, Bruno Procopio e Gianni Cretarola.
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