sabato,Gennaio 18 2025

Falsi diplomi a Stefanaconi, assolti l’ex assessore di Vibo Nadia Bax e suo figlio perché il fatto non sussiste

Secondo l'accusa la dottoressa aveva rilasciato falsi certificati medici al fondatore dell'Accademia Fidia Davide Licata in cambio del rilascio da parte di quest'ultimo di un diploma e di un attestato di dattilografia a Mauro Borello che però, come emerso nel processo, ha completato gli studi altrove

Falsi diplomi a Stefanaconi, assolti l’ex assessore di Vibo Nadia Bax e suo figlio perché il fatto non sussiste
L'accademia Fidia

Il Tribunale di Vibo Valentia ha assolto l’ex assessore del capoluogo di provincia Nadia Incoronata Bax e suo figlio Mauro Borello dall’accusa di corruzione perché il fatto non sussiste. I due professionisti erano rimasti coinvolti nell’inchiesta denominata Diacono, che aveva smascherato un sistema riguardante presunti diplomi falsi conseguiti all’accademia “Fidia Ars & Scientia” di Stefanaconi. La decisione del gup, Francesca Loffredo, è stata assunta durante l’udienza svoltasi lo scorso 10 dicembre.

Secondo l’accusa, la dottoressa Bax, quale medico di base, avrebbe nel febbraio-aprile 2020 rilasciato falsi certificati medici a Davide Licata (figlio del preside e fondatore dell’istituto vibonese), in cambio del rilascio da parte di quest’ultimo di un diploma e di un attestato di dattilografia in favore del figlio Mauro Borello. Il pm inizialmente aveva richiesto l’assoluzione per Borello e la condanna a tre anni di reclusione per la dottoressa Bax.

Leggi anche ⬇️

A darne notizia l’avvocato Nicola Carratelli del Foro di Cosenza che «ha sostenuto e dimostrato come, invece, che i certificati medici attestassero patologie effettivamente possedute dal Licata, e che nessun patto illecito, tanto meno corruttivo, era mai intervenuto, avendo, peraltro, il dotor Mauro Borello conseguito il diploma di maturità in un liceo statale, e l’attestato di frequenza al corso di dattilografia in tutt’altro istituto, senza alcun collegamento con l’Accademia Fidia o con il Licata».

La dottoressa Bax e il Borello avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato «perché pienamente consapevoli – si legge ancora nella nota dell’avvocato Carratelli – della evidente e immediata rilevabilità della inconsistenza dell’accusa mossa nei loro confronti, per come avvenuto, così superando l’amarezza di una prolungata esposizione mediatica per essere stati indagati per fatti del tutto infondati».

Articoli correlati

top