‘Ndrangheta: torna in totale libertà il boss di Limbadi e Nicotera Pantaleone Mancuso
Il Tribunale di Sorveglianza di Napoli ha revocato la misura di sicurezza detentiva dalla casa lavoro di Aversa. Il padre del collaboratore Emanuele Mancuso si trova attualmente imputato per narcotraffico internazionale di cocaina e per duplice tentato omicidio
Il magistrato del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, in accoglimento dei rilievi difensivi, ha revocato nei confronti di Pantaleone Mancuso, 64 anni, detto “l’Ingegnere”, di Limbadi (ma residente a Nicotera) la misura di sicurezza detentiva nella casa lavoro rimettendolo in libertà. La misura detentiva (nella casa-lavoro di Aversa) era stata applicata a Pantaleone Mancuso dopo essersi sottratto alla libertà vigilata, con successivo periodo di irreperibilità, a seguito della collaborazione con la giustizia nel 2018 del figlio Emanuele. Successivamente, Pantaleone Mancuso era stato rintracciato ed arrestato a Roma il 15 marzo 2019, dove si trovava all’ interno di una sala bingo. Nel 2014 era stato rintracciato al confine tra l’Argentina e il Brasile, a Puertu Iguazù. All’epoca era ricercato per associazione mafiosa e duplice tentato omicidio. Fu estradato dopo l’arresto ma sparì di nuovo nel 2016. Successivamente venne intercettato dalle forze dell’ordine, dopo oltre un anno, nel giugno del 2017, mentre si trovava nel territorio comunale di Joppolo in compagnia di un’altra persona. In quel caso “l’Ingegnere” si era reso irreperibile da oltre un anno per sottrarsi da una condanna a 12 mesi di reclusione nella Casa lavoro di Vasto (Ch). Condanna scaturita dall’operazione “Batteria”, per una serie di truffe su larga scala, il cui processo si era celebrato a Firenze.
Da ultimo, il Magistrato di Sorveglianza di Napoli, a scioglimento della riserva, ha osservato che nonostante Pantaleone Mancuso venga attualmente indicato come un soggetto di vertice dell’omonimo clan di Limbadi e Nicotera, nel corso della misura ha mantenuto un “comportamento immune da censure e proteso a dimostrare l’intenzione di rispettare le regole“, dichiarando, pertanto, “cessata la pericolosità sociale”.
Pantaleone Mancuso, difeso dall’avvocato Francesco Capria, è attualmente imputato nel processo “Adelphi” con l’accusa di essere uno dei promotori di una associazione dedita all’importazione di tonnellate di cocaina, nonché nel processo d’appello per il duplice tentato omicidio (unitamente al figlio Giuseppe Mancuso) della zia Romana Mancuso e del cugino Giovanni Rizzo. Pantaleone Mancuso è fratello dei boss Giuseppe Mancuso, 76 anni, alias ’Mbrogghja (scarcerato nel novembre 2021 dopo 24 anni di ininterrotta detenzione), Diego e Francesco (detto “Tabacco”) Mancuso, gli ultimi due detenuti.
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