Sanità vibonese nel caos, un nuovo Dca di Occhiuto potrebbe consentirgli di assumere i precari e incassare un clamoroso successo politico
Le feroci critiche espresse nei confronti della triade commissariale dai consiglieri di maggioranza Talerico e De Nisi sembrano aver preparato la strada all’intervento del governatore. Una bozza del provvedimento sarebbe già negli uffici del Dipartimento
Se esistesse un manometro della sanità vibonese, in questi giorni segnerebbe una pressione a livello d’allarme, con il rischio che tra un po’ scoppi tutto. Il mancato rinnovo del contratto a 23 operatori sanitari e la proroga di appena due mesi a un’altra ventina di loro, ha fatto saltare le guarnizioni a un vecchio motore che già arrancava sferragliando sulla strada dissestata dei livelli essenziali di assistenza, i Lea appunto, che appaiono sempre più irraggiungibili.
Una vicenda che sta facendo incetta di reazioni, tutte ovviamente fortemente critiche nei confronti della triade commissariale che guida l’Asp dallo scioglimento per mafia alla fine di settembre. Era passato poco di un mese, che già l’osservatorio civico Città attiva – quello che periodicamente organizza picchetti di protesta davanti l’ospedale Jazzolino – gridava “aridatece Battistini”, il generale che guidava l’Asp prima che i colleghi di nomina ministeriale prendessero il suo posto. Concetto che ieri ha rimarcato pure il consigliere di Catanzaro, Antonello Talerico: «L’ex prefetto Piscitelli sta facendo rimpiangere Battistini», ha messo nero su bianco in una nota, annunciando addirittura una richiesta di accesso agli atti per «segnalare alle autorità competenti eventuali manchevolezze procedurali che hanno determinato l’attuale situazione disastrosa».
Non è facile che un consigliere regionale intervenga su argomenti che non riguardino direttamente il proprio territorio, tanto più che in questo caso si tratta di un’esponente della maggioranza considerato molto vicino a Occhiuto, con cui condivide la militanza in Forza Italia. E Occhiuto è anche il commissario ad acta della Sanità calabrese, il deus ex machina del sistema, con tutto ciò che ciò comporta in termini di consenso (e dissenso) elettorale.
Anche un altro consigliere di maggioranza, Francesco De Nisi, ha preso posizione recentemente sulla questione, mettendo nel mirino sempre la triade commissariale e avanzando richiesta di una loro audizione in III Commissione di Palazzo Campanella affinché vengano a spiegare cosa sta succedendo a Vibo. Insomma, non proprio un invito a una cena di gala. È improbabile che due consiglieri che sostengono il governo regionale si espongano così senza essere certi quantomeno di non pestare i piedi al governatore.
Dunque, unendo i puntini, si potrebbe intravedere un cambio nelle regole d’ingaggio. D’altronde, Occhiuto non ha mai fatto mistero del suo apprezzamento per Battistini (anche commissario dell’Asp di Catanzaro), che avrebbe voluto alla guida dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo anche dopo lo scioglimento. Il ministero decise diversamente cercando totale discontinuità e la cosa suonò come una mezza bocciatura proprio per il governatore.
Intanto, nel Palazzo si vocifera di un imminente Dca integrativo per la rimodulazione del piano sanitario di Vibo e del fabbisogno del personale, lo stesso che ha sancito i paradossali “esuberi”. Con questo nuovo decreto, il commissario ad acta, cioè Occhiuto, potrebbe trovare non solo la quadra per consentire la riassunzione degli infermieri e degli oss mandati a casa, ma anche permettere la loro stabilizzazione. Sarebbe un colpo politico di grande effetto, che arriverebbe dopo le pesanti critiche subite dalla triade. Come dire: “Ghe pensi mi”. Una bozza del nuovo Dca sarebbe già sulla scrivania del Dipartimento regionale in attesa della firma. E allora non resta che attendere (non dovrebbe volerci molto), per poi unire tutti i puntini e vedere se alla fine prende forma definitiva la sagoma che per ora si intravede solo, quella del governatore.