mercoledì,Gennaio 8 2025

Vibo città unica, il sindaco di Briatico contro la fusione del suo comune con altri 13: «Proposta autoritaria»

Il primo cittadino Vallone esprime la sua contrarietà e si chiede quale sia il criterio che ha spinto i promotori a prendere in considerazione il centro costiero che guida

Vibo città unica, il sindaco di Briatico contro la fusione del suo comune con altri 13: «Proposta autoritaria»

Non trova consenso, a Briatico, il progetto di fusione e la nascita della Città di Valentia promosso dal Comitato Valentia. A prendere la parola – con una lettera indirizzata al sodalizio Valentia e anche ai consiglieri regionali Antonio Lo Schiavo, Raffaele Mammoliti, Francesco De Nisi, Michele Comito – il sindaco Lidio Vallone.

Un intervento per esprimere la contrarietà al progetto e proteggere l’identità del Comune rappresentato. Ma andiamo con ordine. Nel documento, il sindaco Vallone spiega di essere venuto a conoscenza della proposta i legge regionale a fine dicembre scorso, in maniera del tutto informale. L’idea, appunto, è quella di unificare il Comune di Vibo Valentia con altri 13 enti locali del Vibonese (Briatico, Cessaniti, Filandari, Filogaso, Francica, Jonadi, Maierato, Mileto, Pizzo, San Costantino, San Gregorio, Sant’Onofrio, Stefanaconi e il capoluogo Vibo Valentia): «La fusione proposta associa e coinvolge entità territoriali vicine per collocazione interna all’attuale comune di Vibo non coinvolgendo enti locali costieri ad eccezione del Comune di Briatico. Alla luce di ciò non si comprende il criterio utilizzato nello scegliere gli enti da coinvolgere nel progetto normativo».

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Vallone: «Proposta inopportuna»

Il sindaco Vallone è un fiume in piena: «Vorrei ricordare ai soggetti destinatari della missiva che il Comune di Briatico, unico Comune costiero coinvolto, gode ad oggi di propria identità e centralità costiera e turistica, considerato secondo paese della provincia di Vibo per l’estensione delle proprie spiagge». Un’entità locale «che ha saputo conquistare una propria collocazione di fondamentale importanza sulla costa degli dei, principale meta turistica della Calabria». Briatico, inoltre, «pur vivendo di attività turistica di terzo settore gode di ulteriori attività imprenditoriali legate all’agricoltura e all’allevamento».

Nel ricordare che «gli enti locali esercitano potestà regolamentare», il primo cittadino evidenzia: «Siamo senza alcun dubbio dinnanzi a una proposta seppur formalmente legittima, politicamente inopportuna ed autoritaria in quanto non partecipata e ancora, volendo analizzare il merito, si rileva la mancanza nonché gli esiti di uno studio di fattibilità da cui evincere i vantaggi che ne deriverebbero per i cittadini in termini di valorizzazione dei servizi pubblici quali scuola, sanità, emergenza abitativa, viabilità, riassetto idrogeologico del territorio, sgravio degli oneri fiscali, valorizzazione dei patrimoni storici e culturali, miglioramento delle condizioni di lavoro e sostegno alle famiglie». E ancora «manca una strategia finanziaria sullo sviluppo delle municipalità e sulla destinazione dei fondi in arrivo. Il tutto – tiene a precisare Vallone – in un contesto già molto delicato poiché alcuni dei Comuni sono interessati da dissesto e commissariamento».

«Idea che non proviene da basso»

Il sindaco Vallone non ha dubbi: «L’istituzione di un nuovo Comune dovrebbe pervenire da azioni riformiste democratiche e quindi provenire dal basso dei territori e non dall’alto delle maggioranze politiche. In tal modo, qualsiasi maggioranza potrebbe avviare fusioni non programmate per ragioni di mero controllo politico».  E ancora, «studi recenti che analizzano il fenomeno della fusione tra enti locali affermano che tali fusioni creano Comuni più costosi, lontani dalla gente e meno trasparenti registrando aumenti considerevoli delle tasse comunali e un peggioramento dei servizi pubblici».

Confermando «formalmente e ufficialmente atto di dissenso al progetto normativo», il primo cittadino «esprime la piena volontà nel proteggere d’identità del Comune» rappresentato. Infine scandisce: «Qualora sarà necessario chiedo di poter essere audito dalla Commissione regionale Affari istituzionali al fine di poter esprimere e chiarire al meglio le ragioni che hanno portato al totale dissenso della proposta di legge».

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