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Al Comune di Vibo uno “sconticino” di 200mila euro (su 3,5 milioni) ma così evita il dissesto, Romeo: «Non avevamo i soldi per gli interessi»

Il sindaco spiega la sua soddisfazione per l’accordo transattivo con la Cadi Srl che ha vinto una causa ventennale. E ancora: «Ogni spesa imprevista potrebbe mandarci in default». Il caso dei fitti passivi per le scuole: «Ministero comprensivo, pericolo disinnescato»

Al Comune di Vibo uno “sconticino” di 200mila euro (su 3,5 milioni) ma così evita il dissesto, Romeo: «Non avevamo i soldi per gli interessi»
Enzo Romeo il giorno della proclamazione

Uno “sconticino” da 200mila euro. Sembrano tanti, ma la percezione cambia se si considera la cifra complessiva che il Comune è chiamato a versare: oltre 3,5 milioni di euro. È di poco meno di 200mila euro, infatti, l’importo dell’accordo transattivo tra il Comune di Vibo e la Cadi Srl, che ora sta battendo cassa dopo aver concluso un lunghissimo iter giudiziario per una causa intentata contro l’Ente 24 anni fa. Il nodo è arrivato ormai al pettine, con il decreto ingiuntivo che costringe l’Amministrazione vibonese a pagare senza più altri indugi. Per questo, nel tentativo di ridurre l’entità della mazzata sui conti, il Comune ha imbastito un accordo transattivo che consente ora di risparmiare circa il 6% rispetto all’intera cifra dovuta. Eppure, il sindaco Romeo ha annunciato il raggiungimento dell’accordo con l’azienda dell’imprenditore Francesco Cascasi con una nota carica di soddisfazione. Compiacimento che a molti è apparso eccessivo.

Sindaco, 200mila euro non sono troppo pochi per esultare?
«No, perché il Comune può andare in default anche per 200mila euro, anzi pure per molto di meno».

Perché proprio questa cifra?
«I fondi accantonati per far fronte a questa sentenza non comprendevano gli interessi, che ammontano complessivamente a circa 400mila euro. È questa voce di spesa che rischiava di mandare il Comune a gambe all’aria. Dunque, grazie alla disponibilità dell’azienda creditrice, siamo riusciti a dimezzare il gravame degli interessi».

E basta per evitare il dissesto?
«Sì. Grazie a questa decurtazione possiamo affrontare in sicurezza questo difficile frangente. La situazione dei conti del Comune di Vibo è nota. Le nostre spese devono essere particolarmente oculate per non sforare il Patto salva città che consente al Comune di Vibo di evitare il dissesto finanziario azzerando progressivamente il disavanzo (che nel 2023, quando è stata varata la normativa, ammontava a oltre 30 milioni di euro, ndr). Anche una spesa imprevista di 10mila euro può crearci problemi, figurarsi 400mila euro d’interessi».

Eppure l’ex sindaco Maria Limardo ha detto che non c’è alcun pericolo di dissesto, rivendicando la solidità del Fondo contenziosi che la sua amministrazione avrebbe rimpinguato fino a 13 milioni di euro…
«Quei tredici milioni sono l’ammontare complessivo dei diversi contenziosi, ma se, come in questo caso, non è stata calcolata anche la copertura degli interessi, il rischio dissesto c’è eccome. Ma sia chiaro, non dico queste cose per far polemica. Cerco solo di spiegare da cosa derivava la mia preoccupazione».

Pericoli di questo tipo sono frequenti?
«Ciò che ci ha impensierito di più negli ultimi tempi è stata l’impossibilità di ridurre i fitti passivi per le scuole. Nel corso dell’anno che sta finendo, 750mila euro sono andati a coprire i fitti dei locali che ospitano gli studenti nelle cui scuole sono in corso lavori di riqualificazione. Per il 2025 pensavamo di riuscire a riportarli nei loro istituti, azzerando i canoni di fitto che siamo costretti a pagare, ma i lavori stanno durando più del previsto. Quindi siamo dovuti andare a Roma a chiedere al ministero una rimodulazione del Patto salva città, che altrimenti avremmo sforato. E la deroga ci è stata concessa. In caso contrario la situazione sarebbe stata critica».

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