giovedì,Dicembre 19 2024

Vibo, la Finanza smaschera una rete di corruzione tra funzionari, medici e operatori sanitari: 16 indagati, 3 misure cautelari

L'operazione coordinata dalla Procura ha portato alla sospensione dall'esercizio delle loro funzioni per dodici mesi di un dottore e due impiegati di un ente pubblico. Si ipotizzano tangenti in cambio di indennità di malattia false

Vibo, la Finanza smaschera una rete di corruzione tra funzionari, medici e operatori sanitari: 16 indagati, 3 misure cautelari

I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio e conseguente interdizione delle attività per la durata di mesi 12 nei confronti di un medico e 2 funzionari di un Ente pubblico. Sono inoltre stati notificati 16 informazioni di garanzia e sul diritto di difesa. Le investigazioni, coordinate e dirette dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia Camillo Falvo e dal sostituto contitolare delle indagini e svolte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria e dal Gruppo di Vibo Valentia, hanno disvelato l’esistenza di un’associazione a delinquere composta da 16 soggetti di cui 5 appartenenti alla PA. (funzionari, medici, e paramedici) che, dal 2014 al 2020, con condotta perdurante, si associavano tra loro al fine di commettere una serie di reati contro la fede pubblica e la pubblica amministrazione in danno della collettività consentendo a 7 soggetti di percepire indennità pubbliche non spettanti.

Invero, gli stessi funzionari pubblici, attraverso più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, istruivano una serie di pratiche di liquidazione tendenti al riconoscimento illecito di provvigioni per incidenti e/o malattie professionali dichiaratamente false e/o parzialmente infondate, che comportavano un esborso per l’Ente pari a 350mila euro. I soggetti che a vario titolo sono intervenuti nella vicenda hanno seguito una prassi consolidata determinata dal profitto derivante, per i beneficiari, dalle elargizioni e per gli impiegati pubblici, dalle tangenti veicolate per il tramite dei cosiddetti “collettori” (intermediari), spesso accreditate su carte bancarie. Le tangenti percepite ammontano ad oltre 125mila euro. In un caso veniva accertata anche la dazione di un orologio di lusso di una nota marca svizzera.

L’attività investigativa costituisce la conclusione di articolate indagini e accertamenti tipici della Guardia di Finanza, quale unico organo specializzato di polizia giudiziaria economico-finanziaria operante a tutela del bilancio dello Stato e degli Enti locali, primaria missione istituzionale del Corpo. Preme sottolineare che i provvedimenti adottati in fase investigativa e/o dibattimentale non implicano alcuna responsabilità dei soggetti sottoposti ad indagini ovvero imputati e che le informazioni sul procedimento penale in corso sono fornite in modo da chiarire la fase in cui il procedimento pende e da assicurare, in ogni caso, il diritto della persona sottoposta ad indagini e dell’imputato a non essere indicati come colpevoli fino a quando la colpevolezza non è stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili.

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