mercoledì,Dicembre 4 2024

Villa dei Gerani: la sanità vibonese si affaccia sul panorama nazionale

Le prospettive della clinica, punto di riferimento nella chirurgia oncologica dell'apparato digerente, spiegate dal titolare Antonino La Gamba e dal direttore sanitario Vincenzo James Greco

Villa dei Gerani: la sanità vibonese si affaccia sul panorama nazionale

Rappresenta un punto di riferimento per la sanità regionale calabrese la clinica Villa dei Gerani e, negli ultimi anni, inizia ad affacciarsi anche sul panorama nazionale. La struttura si caratterizza infatti per essere, specie nell’ambito della chirurgia oncologica dell’apparato digerente, un porto sicuro per tanti malati provenienti anche da fuori regione. Oggi l’istituto di cura privato (ad indirizzo polispecialistico medico chirurgico riabilitativo) opera inregime di accreditamento con il Sistema sanitario nazionale per novanta posti letto. Il reparto di chirurgia generale con specializzazione in chirurgia oncologica laparoscopica dell’apparato digerente, endoscopia digestiva, urologica – sia endoscopica che laparoscopica – chirurgia della tiroide, chirurgia delle fistole artero venose e chirurgia oculistica ha quaranta posti letto, di cui trentotto in ricovero ordinario e due in day surgery. Il reparto di Riabilitazione intensiva ad indirizzo cardiologico, neurologico e muscolo scheletrico conta invece trenta posti letto di cui ventisei in ricovero ordinario e quattro in day hospital. Il reparto di Lungodegenza ha venti posti letto, accreditato ma attualmente non operativo a causa della mancanza della necessaria contrattualizzazione regionale. [Continua dopo la pubblicità]

Antonino La Gamba

L’azione imprenditoriale. Il salto di qualità per la clinica coincide con il rilevamento della struttura da parte dell’imprenditore Antonino La Gamba. È lui stesso a raccontare lagenesi della sua avventura aziendale:«Abbiamo rilevato la Villa dei Gerani nel lontano 1996 – racconta –da un gruppo imprenditoriale siciliano. Era un’azienda sulla quale gravava una notevole situazione debitoria. La nuova compagine societaria, formata da medici interni, mi volle a capo dell’amministrazione. Va detto – prosegue – che la mia formazione era diversa. Venivo dall’ambito industriale, la mia famiglia era attiva nel campo oleario e del commercio all’ingrosso per le più grosse realtà industriali dell’epoca. Sul finire degli anni ‘80 mi affacciavo per la prima volta al mondo delle costruzioni e, contestualmente, venivo nominato presidente della Roseto Legno s.r.l, azienda attiva nella falegnameria industriale. Per dedicarmi concretamente alle attivitàlasciavo gli studi universitari intrapresi: ma conseguendo successivamente, agli inizi degli anni 2000, una laurea honoris causa in Economia e Gestione Aziendale potevo coronare il sogno di mio padre».

Criteri di economicità. Applicando un criterio di economicità la nuova compagine sociale è riuscita a risanare in breve tempo la struttura sanitaria. Prosegue Antonino La Gamba: «Ampliammo la clinica con altri comparti sanitari. Implementammo il reparto di chirurgia generale, sia urologica che vascolare, chiudemmo nel 2011 il reparto di Ostetricia ed aprimmo nel 2013 il reparto di Riabilitazione intensiva. Oggi siamo un’azienda del servizio sanitario a conduzione privata specializzata nell’attività chirurgica e costituiamo un punto di riferimento assoluto negli interventi di chirurgia maggiore oncologica in laparoscopia dell’apparato digerente».

«Come manager e capo d’azienda – spiega Antonino La Gamba – ho sempre messo al primo posto il benessere del paziente, puntando su prestazioni con tecnologie all’avanguardia e risorse di livello indiscusso: dal primario all’ ausiliario, dal medico al paramedico. Abbiamo così conquistato il mercato calabrese ma le leggi regionali ci pongono giornalmente dei limiti pesantissimi. Siamo infatti degli imprenditori condizionati da vincoli di budget che ci impediscono di esprimere al meglio le nostre capacità produttive. Se ad esempio il sistema sanitario acquistasse mille interventi e noi comunque potremmo erogarne mille ed uno, quell’uno non ci verrebbe in ogni caso riconosciuto. I vincoli regionali non ci consentono pertanto di contenere l’annosa piaga della mobilità passiva. In questa situazione infatti, i pazienti, per ottenere l’erogazione delle prestazioni sanitarie richieste sono costretti ad emigrare fuori regione, viste le lunghissime liste di attesa della nostra sanità pubblica locale, costringendoci a versare centinaia di milioni di euro per rimborsare tutte le strutture extra regionali. La nostra sanità, sia pubblica che privata, non ha nulla da invidiare alle altre Regioni. È ora di finirla con l’esportazione dei malati calabresi».

Il dramma della migrazione sanitaria. «La Regione Calabria – continua il manager – versa circa 320 milioni l’anno alle altre Regioni: una cifra che quest’anno, probabilmente, crescerà ancora. Risorse enormi che se venissero in parte utilizzate sarebbero sufficienti a diminuire drasticamente il fenomeno della migrazione sanitaria».
Tornando alla casa di cura, «la punta di diamante della clinica – spiega ancora La Gamba – è da anni la Chirurgia. Il reparto, in controtendenzacolsistema sanitario regionale, è una vera attrazione: arrivano pazienti da fuori provincia, dalle altre regioni e persino da oltre i confini nazionali per tutte le patologie classificabili “maggiori”. Nel caso di oculistica, in particolare, abbiamo un trend in ascesa di circa un terzo di pazienti che viene da fuori regione. Nel reparto di chirurgia generale siamo fra i pochissimi in Italia ad effettuare interventi di resezioni intestinali per patologie oncologiche in video-laparoscopia ed in anestesia spinale, cioè a paziente sveglio. Ad una squadra sanitaria d’eccellenza si affianca la strumentazione innovativa di cui disponiamo:da quattro anni, ad esempio, operiamo con tecnologia 3D e braccio robotizzato, macchinari che solo ora si stanno diffondendo nel resto delle strutture sanitarie italiane». Nella casa di cura è altresì presente una nuova colonna laparoscopica 4k, un dispositivo dalla tecnologia avanzata che consente di eseguire interventi chirurgici con una visuale migliorata di quattro volte rispetto al normale, maggior precisione in sala operatoria ed un recupero molto più rapido e sicuro per il paziente. La nuova strumentazione consente l’utilizzo del ‘verde indocianina’, ossia una sostanza fluorescente, ovviamente non pericolosa per la salute, che viene iniettata nel sangue del paziente prima dell’intervento e viene poi eliminata dal fegato con la bile senza essere metabolizzata. Attraverso questa fluorescenza viene quindi colorata e definita la zona di interesse prima di effettuare il gesto chirurgico, visualizzandone correttamente l’anatomia, con un minor rischio per il paziente stesso.

I limiti della politica. «Credo che la politica edil sistema locale debbano agire per dare più attenzione alla nostra sanità ed alla valorizzazione delle sue eccellenze – prosegue La Gamba –. Contenere i viaggi della speranza è certamente possibile ma deve esserci maggiore sensibilità da parte di chi ci governa». E ancora: «Altro aspetto da approfondire riguarda il possibile supporto che la casa di cura potrebbe dare al fabbisogno sanitario del nostro territorio, soprattutto per quelle prestazioni da sempre carenti quali quelle di ortopedia e traumatologia. «Se ci fosse un dialogo fruttuoso con le amministrazioni, locali e regionali, se ci fosse maggiore attenzione, grazie alle nostre sale operatorie ed alle nostre innovative risorse strumentali, potremmo senza dubbio colmare le lacune della sanità pubblica vibonese, potenziando altresì ulteriori servizi quali ad esempio quello di dialisi».

Vincenzo James Greco

Il primario Greco. Accanto al manager Antonino La Gamba, il direttore sanitario della casa di cura e primario dell’unità di Chirurgia, Vincenzo James Greco, laureatosi alla Sapienza e specializzatosi a Parigi. Un chirurgo che, nel Vibonese, ha trovato la struttura giusta per esprimere al meglio la sua professionalità. «Nelle nostre sale operatorie, – dichiara Greco – effettuiamo ogni anno oltre 1.600 interventi di cui oltre 100 di resezioni intestinali per patologia oncologiche in laparoscopia seguendo le linee guida internazionali. L’alta specializzazione della squadra ci ha portato ad eseguire questi interventi, in casi selezionati, con il paziente sveglio, in anestesia spinale, riducendo i rischi in pazienti con problematiche respiratorie importanti che devono effettuare un intervento oncologico salvavita. Ci stiamo muovendo anche per fare ricerca: siamo infatti in contatto con i principali centri italiani e nella gestione del paziente i contatti continui e costanti con i maggiori oncologi e radioterapisti del sistema sanitario nazionale fanno sì che al paziente operato, a volte anche prima se necessario, venga tracciato un percorso terapeutico con appuntamenti nelle strutture competenti per svolgere il trattamento integrato come da linee guida europee».

I dati del quinquennio. «Siamo riusciti ad erogare negli ultimi cinque anni, grazie ad uno staff medico e paramedico di altissimo livello– conclude La Gamba – prestazioni chirurgiche di alto peso e abbiamo erogato oltre undicimila interventi tra ordinari e day service, ivi comprese le prestazioni ambulatoriali di oculistica, attestando un peso medio intorno all’1,90 per ciò che concerne gli interventi chirurgici ordinari. Numeri senza dubbio ben conosciuti ai vertici della nostra sanità regionale».

Articoli correlati

top