Tentato omicidio di un poliziotto a Vibo, condannato anche in appello Luigi Mancuso
Al giovane di San Gregorio d'Ippona - figlio del boss Giuseppe Mancuso di Limbadi - contestati anche i reati di resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza
Sei anni di reclusione in luogo della pena a 7 anni e 3 mesi inflitta in primo grado dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Questa la rideterminazione della condanna da parte della Corte d’Appello di Catanzaro (presidente Alessandro Bravin, giudici Antonio Giglio e Rosamaria Di Girolamo) nei confronti di Luigi Mancuso, 32 anni, di San Gregorio d’Ippona, figlio del boss della ‘ndrangheta di Limbadi Giuseppe Mancuso (cl ’49), alias “Peppe ‘Mbrogghja”. Tentato omicidio ai danni di un poliziotto, resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza i reati per i quali Luigi Mancuso è stato condannato. In primo grado aveva invece già incassato l’assoluzione dall’accusa di guida senza patente. Era difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Francesco Schimio che nel novembre 2023 erano riusciti ad ottenere per il loro assistito gli arresti domiciliari al posto del carcere. I giudici d’appello hanno anche condannato l’imputato a rifondere alle parti civili le spese di giudizio. Secondo l’accusa, Luigi Mancuso nel corso di un posto di blocco avrebbe afferrato per un braccio un poliziotto trascinandolo per diversi metri sino a farlo sbattere con la testa contro il muretto di un bar nei pressi di piazza San Leoluca a Vibo. Il poliziotto, soccorso dai colleghi che hanno poi prontamente arrestato Luigi Mancuso, aveva riportato la frattura di due vertebre e un trauma cranico.
Luigi Mancuso – nato da una seconda relazione del boss Giuseppe Mancuso con una donna di San Gregorio d’Ippona – non è nuovo a simili episodi di violenza. Ha scontato infatti una condanna a 5 anni di reclusione per il tentato omicidio a San Gregorio d’Ippona di un romeno preso a colpi di mattone in testa e ridotto in fin di vita nel corso di una lite. Nel novembre del 2017 era invece rimasto coinvolto in una sparatoria per le vie di San Gregorio d’Ippona quando diverse auto erano rimaste attinte da colpi d’arma da fuoco esplosi proprio da Luigi Mancuso.
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