mercoledì,Dicembre 18 2024

Prevenzione e cura delle patologie oculari, a Rombiolo la rassegna Medicina e territorio riscuote consensi

A relazionare i medici dell’Università Magna Graecia Mancini e Bifezzi. Focus su patologie come il glaucoma, la retinopatia diabetica e la cataratta

Prevenzione e cura delle patologie oculari, a Rombiolo la rassegna Medicina e territorio riscuote consensi

Ha destato grande interesse e partecipazione la IX edizione della rassegna Medicina e lavoro, quest’anno incentrata a Rombiolo sul tema “Prevenzione e cure della patologie oculari”. Il convegno, promosso dall’Arci in collaborazione con l’amministrazione comunale, si è svolto presso il locale auditorium. Davanti a un pubblico numeroso e attento, a relazionare sono stati i medici dell’Unità operativa di Oftalmologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Alessandra Mancini e Luca Bifezzi. Gli interventi dei due specialisti sono stati preceduti dai saluti di rito del presidente del locale circolo Francesco Ferraro e del sindaco Caterina Contartese.

«La retinopatia diabetica – ha affermato la dottoressa Mancini nel corso dei lavori moderati dal vicepresidente dell’Arci Michele Antonio Donato – è una malattia che interessa circa il 30% della popolazione diabetica. Essa è associata alla glicemia e alla emoglobina glicata, valori da tenere sempre sotto controllo, in quanto diverse sono le complicanze croniche, alcune irreversibili, come il distacco della retina, la cataratta, le ulcere corneali. È necessario perciò prevenirla già dai tre anni di età attraverso esami strumentali e il controllo della pressione arteriosa. Per quanto riguarda, invece, le cause e le cure del glaucoma – ha aggiunto – anche in questo caso è importante giungere a una diagnosi precoce che permetta di prevenirlo con trattamenti farmacologici o attraverso interventi chirurgici. Per fare questo, però, essendo una patologia asintomatica è necessario porre una particolare attenzione a segnali come il rossore degli occhi, la cefalea e la nausea».

Di cataratta ha parlato subito dopo il dottor Bifezzi. La patologia riguarda l’indurimento del cristallino e provoca riduzione e offuscamento della vista, per cui è necessario «un trattamento chirurgico teso alla sostituzione del cristallino in anestesia topica e in alcuni casi ricorrendo anche al laser. Le cause – ha spiegato il medico universitario – oltre che nelle comuni patologie oculari sono da ricercare anche in tipi di attività lavorativa che richiedono una lunga esposizione ai raggi ultravioletti. Per questo si raccomanda l’uso di occhiali protettivi. Per quanto riguarda il cheratocono, patologia rara che insorge generalmente già nella pubertà e si ferma attorno ai 35 anni – ha proseguito – essa è una malattia degenerativa della cornea che col tempo si deforma, causando una visione distorta e un aumento di miopia e astigmatismo. Le cause, anche in questo caso, sono riconducibili a fattori genetici e ad altre patologie concomitanti. Per quanto attiene al trattamento si fa ricorso all’uso di lenti o alla chirurgia, non escluso il trapianto». In conclusione, i due specialisti dell’Unità operativa di Oftalmologia dell’Università Magna Graecia hanno risposto in modo dettagliato ad alcune domande poste dai presenti in sala. Tra i temi affrontati, l’eventualità per il paziente di non usare più gli occhiali dopo l’intervento di cataratta e le modalità e i particolari con cui viene effettuato il trapianto di cornea.

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