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Vibo, Romeo incontra i commercianti di viale Affaccio: «Rotatoria inutile, ma ormai andava fatta. Entro giovedì riapriremo la strada»

Il sindaco ha partecipato alla riunione organizzata dall’Anpit per rassicurare gli esercenti sull’impegno del Comune a fare presto: «Ce la stiamo mettendo tutta. Capisco i vostri problemi, ma pensate ai cittadini di San Pietro che sono ancora isolati dopo due anni»

Vibo, Romeo incontra i commercianti di viale Affaccio: «Rotatoria inutile, ma ormai andava fatta. Entro giovedì riapriremo la strada»
Da sinistra: Marco Furnari, Enzo Romeo e Salvatore Monteleone

«Io non mi sarei mai voluto ritrovare in una situazione di questo genere». Il sindaco Enzo Romeo incontra i commercianti di Viale Affaccio e mette le carte in tavola puntando tutto sull’empatia. Durante l’incontro organizzato su iniziativa dall’Anpit – l’Associazione nazionale per l’industria ed il terziario guidata a Vibo da Marco Furnari – i toni non si sono mai alzati, nonostante non fosse una riunione semplice. Da una parte una rappresentanza di commercianti arrabbiati ed esasperati dai ritardi che stanno trasformando in uno stillicidio di stop-and-go (più stop che go) i lavori per la realizzazione di una rotatoria su viale Affaccio; dall’altra il sindaco e l’assessore ai Lavori pubblici Salvatore Monteleone. In mezzo un cantiere che ha letteralmente bloccato il quartiere a causa di ripetuti disguidi, a cominciare dal più recente e più grave: la caduta di un grosso albero che ha costretto il Comune a ingaggiare un agronomo per verificare la tenuta degli altri in prossimità dei lavori. Alla fine la sentenza è stata senza appello: abbattimento immediato di 6 grossi pini e tempi che si sono inevitabilmente allungati. Intanto la strada resta chiusa e il commercio annaspa con i jingle natalizi a fare da sottofondo a negozi vuoti e una perdita del giro d’affari già valutata a spanne intorno al 50%. Da qui la richiesta di un incontro, a cui Romeo non si è sottratto.

«Non mi sarei mai voluto ritrovare in questa situazione – ha rimarcato in apertura il primo cittadino -, perché quando mi sono insediato ho subito compreso che questa rotatoria tutto sommato non era necessaria. Anzi, per me quest’opera è inutile. Ma quando un’amministrazione si ritrova con interventi già appaltati, con ditte e progettisti già impegnati che hanno tutto il diritto che il lavoro venga svolto, non può tirarsi indietro rischiando conseguenze per l’Ente».

Insomma, Romeo e la sua giunta stanno ballando controvoglia su musica e testi della precedente amministrazione guidata da Maria Limardo, almeno per quanto riguarda il cantiere di Viale Affaccio, dove la canzone sembra non piacere a nessuno.

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«Eravamo convinti di finire nel giro di un mese – ha raccontato il primo cittadino -, ma subito sono arrivati i problemi. Il primo è stato rappresentato dalla necessità di spostare una telecamera della polizia di Stato, intoppo che ci ha fatto perdere almeno 30 giorni. Ero così esasperato dai ritardi che avevo pensato di rivolgermi al ministro dell’Interno. Fortunatamente, grazie all’intervento del Questore di Vibo, alla fine l’autorizzazione a spostare la telecamera è arrivata».

Poi, è caduto l’albero: «Poteva succedere una tragedia. Fortunatamente quando è venuto giù il cantiere era fermo. Ma inevitabilmente abbiamo dovuto avviare una ricognizione su tutti gli altri alberi presenti nella zona dei lavori. E sapete come è andata a finire: li abbiamo dovuti abbattere tutti e sei».

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Questa è storia delle ultime ore. Al posto degli alberi ci sono ora solo dei ceppi freschi di taglio che grondano resina appiccicosa.  «Ora siamo agli sgoccioli – ha detto Romeo – entro mercoledì, massimo giovedì della prossima settimana, contiamo di riasfaltare e riaprire la strada».

Ai dubbi e alle obiezioni dei commercianti, che hanno sottolineato più volte la necessità di maggiore efficienza nell’esecuzione dei lavori e nel rispetto del cronoprogramma di ogni opera, Romeo ha risposto cercando comprensione: «Rendetevi conto che noi in questo momento abbiamo a che fare con 80 cantieri aperti, dunque con 80 ditte, 80 Rup, 80 direttori dei lavori e 80 progettisti. Non è facile. Sfiderei chiunque a stare al posto mio. Abbiamo situazioni come quella di San Pietro a Longobardi, frazione che è isolata da due anni. Voi lamentate problemi economici e vi capisco, ma pensate a quei cittadini che sono ancora chiusi dentro… non è facile».

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