Depositi di carburante a Vibo Marina, Patania (Confsila): «Aspettano di essere spostati dall’alluvione del 2006, ora bisogna agire»
Il sindacalista ricorda come il dibattito sulla questione vada avanti ormai da vent’anni e sollecita Comune e Regione ha intervenire in maniera decisa per la delocalizzazione salvaguardando i posti di lavoro
Il tragico incidente avvenuto a Calenzano, in provincia di Firenze, ha aperto un dibattito sulla presenza dei depositi Eni, Meridionale petroli nel territorio di Vibo Marina. A prendere la parola, Gianni Patania, segretario provinciale Confsila: «Si tratta di un tema – spiega il sindacalista – che si trascina da decenni. Già dopo l’alluvione del 2006 fu intrapreso un dibattito sul che fare dei depositi stessi. Proposte e discussioni cadute nel dimenticatoio di una politica parolaia incapace di affrontare le criticità del territorio».
Patania ricorda: «Nel 2008, dopo 2 anni dopo l’alluvione, fu emessa un’ordinanza (la numero 61/2008 del commissario per l’emergenza) che imponeva alle imprese presenti sul territorio colpito dall’evento eccezionale, la loro delocalizzazione in aree più sicure e in aree già individuate (Trainiti per i depositi costieri). Quell’ordinanza – aggiunge l’esponente Confsila – risultò carta straccia perché nello stesso periodo il cosiddetto Piano Versace per la messa in sicurezza del territorio classificò la medesima area zona R4, ad alto rischio idrogeologico. Ai tempi, nel corso di un consiglio comunale si discusse proprio della delocalizzazione dei depositi, poi tutto finì nel nulla».
Per il sindacalista, il tema non è più rinviabile: «È arrivato il momento che il sindaco della città e la Regione Calabria mettano in campo azioni tendenti a trovare soluzioni per delocalizzare i depositi Eni e Meridionale Petroli tenendo conto che le due industrie rappresentano una risorsa lavorativa per tante famiglie». A giudizio di Patania, infatti, è indispensabile tenere in considerazione la salvaguardia dei posti di lavoro.