mercoledì,Febbraio 5 2025

La strage di Calenzano riaccende i riflettori sui depositi a Vibo Marina, Santoro (M5s) e l’ex assessore Russo: «Inquinanti e pericolosi»

I serbatoi petroliferi sono situati in pieno centro abitato e in caso di incidente le conseguenze potrebbero essere disastrose e letali. Il dabattito mai sopito riprende vigore dopo la distruttiva esplosione in Toscana

La strage di Calenzano riaccende i riflettori sui depositi a Vibo Marina, Santoro (M5s) e l’ex assessore Russo: «Inquinanti e pericolosi»
I serbatoi petroliferi a Vibo Marina

Dopo l’esplosione dei depositi petroliferi di Calenzano, che ha provocato vittime e allarme tra la popolazione, torna prepotentemente attuale il problema della presenza dei depositi costieri a Vibo Marina. Secondo una prima ricostruzione, l’esplosione avvenuta alle porte di Firenze sarebbe stata provocata da una perdita di idrocarburi durante le operazioni di carico delle autocisterne presso le pensiline del deposito. Operazione che anche nei depositi costieri della cittadina portuale avvengono ogni giorno a ritmo continuo. Finora, fortunatamente, le misure di prevenzione e sicurezza hanno funzionato e nessun incidente è mai accaduto, ma il rischio rimane sempre elevato e, nella malaugurata ipotesi di un’esplosione, le conseguenze sarebbero disastrose essendo i depositi ubicati, uno in una zona densamente abitata e l’altro a ridosso di strutture turistiche e di spiagge molto frequentate da centinaia di persone nel periodo estivo. Un ulteriore elemento di preoccupazione che si aggiunge all’impatto ambientale e al deterioramento dell’aspetto paesaggistico.

Santoro: «L’inquinamento esiste, ora lo dice anche la Procura»

Sul tema si registrano le prime prese di posizione, come quella di Domenico Santoro, esponente del Movimento cinque stelle vibonese, che in un suo post invita il Comune ad effettuare scelte che appaiono non più procrastinabili.

«L’incidente di Calenzano fa aprire gli occhi su quello che potrebbe succedere anche a Vibo Marina, amplificato molte volte. L’inquinamento esiste e lo afferma, in maniera inequivocabile, la Procura di Vibo. Sono anni che i residenti del quartiere Pennello ed io personalmente, da consigliere comunale, portiamo avanti la battaglia contro gli inquinamenti del mare, delle fogne e dell’aria. Ciò significa che la conduzione dei depositi non può coesistere con un ambiente urbano connotato da turismo e da commercio con un porto di buon livello, che sta sempre di più aprendosi ai traffici passeggeri. Pertanto- afferma l’esponente M5S- occorre ribadire che è necessario superare velocemente lo scontro tra le possibili funzioni di Porto Santa Venere-Vibo Marina, altrimenti è prevedibile la continuazione della forte stasi dell’economia di un territorio che un tempo era il centro produttivo e commerciale della Calabria».

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«La connotazione urbanistica dell’area del quartiere Pennello– rimarca inoltre Santoro- è quella di essere il territorio migliore di tutta la regione, essendo i suoi circa 40 ettari infrastrutturali da porto, camionale, ferrovia, mare e spiagge con 800 alloggi che potrebbero essere sfruttati per il tanto agognato rilancio turistico del territorio. Peculiarità urbanistiche- fa rilevare l’architetto Santoro- che recentemente ho anche fatto presente redigendo il Piano di Recupero del quartiere in oggetto. Queste peculiarità urbanistiche- afferma ancora- altrove sarebbero state la base di un grande progetto di sviluppo economico dell’area, mentre Vibo, da trenta anni, non sceglie ancora il proprio futuro».

E passando ad affrontare il delicato problema della presenza dei depositi, Santoro sottolinea come essi vadano spostati in altra area del territorio comunale, progettando un rapporto anche pedonale con la stazione ferroviaria, allargare la camionale esistente per agevolare i trasporti eccezionali che dallo stabilimento Baker Hughes vanno verso il porto nonché realizzare catalizzatori sub-urbani come, ad esempio siti turistico-culturali, parco ambientale, un’arena per spettacoli, ecc.  

«Solo dopo la redazione e l’approvazione di un progetto così fatto- conclude l’urbanista- si potrebbe parlare di delocalizzazione volontaria dei depositi petroliferi e degli edifici residenziali, con vincoli inibitori».

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L’ex assessore Russo: «Il Comune affronti la questione do decisione»

Sulla questione è intervenuto anche l’ex assessore comunale Giovanni Russo, anche lui attraverso un post social che pone l’accento sui potenziali pericoli che l’insediamento di Vibo Marina comporta.
«Quanto successo a Calenzano – ha affermato Russo – deve indurre ad una profonda e seria riflessione quanti hanno le redini della nostra città. La presenza di due insediamenti industriali classificati come “a rischio di incidente rilevante” in pieno centro abitato a Vibo Marina deve portare la politica, tutta, a comprendere quali siano i rischi che corriamo noi cittadini vibonesi. Mi riferisco in particolare, quelli legati alla contaminazione del corso d’acqua adiacente ad uno dei due stabilimenti e delle falde acquifere. A questi fattori si aggiungono i rischi derivanti dai vapori emessi e dall’impatto sulla qualità dell’aria nella zona circostante».

Poi l’appello all’amministrazione in carica: «Quali sono le reali condizioni di sicurezza di questi due stabilimenti? Spero tanto che l’assessore alle attività produttive Stefano Soriano i suoi colleghi di giunta competenti in merito con il sindaco in testa, affrontino al più presto la questione ambientale e quella inerente la sicurezza dei due stabilimenti di stoccaggio di carburanti presenti a Vibo Marina».

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