‘Ndrangheta in Emilia Romagna, chieste 22 condanne nel processo Radici: tra gli imputati anche un uomo considerato vicino al clan Mancuso
L'accusa invoca pene per 110 anni: 15 anni e 11 mesi la richiesta per Saverio Serra, 13 anni quella per Francesco Patamia che si candidò alla Camera con Noi Moderati
Condanne a pene per oltre 110 anni complessivi sono state chieste al termine della requisitoria dal pm della Dda di Bologna Marco Forte, per gli imputati del processo ‘Radici’ davanti al tribunale collegiale di Ravenna. L’accusa riguarda tra l’altro il controllo di locali della riviera, gestiti con modalità mafiose per riciclare denaro della criminalità organizzata.
Per il principale imputato, Saverio Serra, considerato personaggio legato al clan ‘ndranghetistico Mancuso di Limbadi e attualmente in carcere il pm ha chiesto 15 anni e 11 mesi, mentre per Francesco Patamia, candidato alla Camera alle elezioni politiche con la lista ‘Noi moderati’ la richiesta è stata di 13 anni, per il padre Rocco 11 anni e 10 mesi. In totale la Procura ha chiesto la condanna per 22 imputati e l’assoluzione per due. Un altro filone dell’inchiesta, seguita da Polizia e Guardia di Finanza, che a ottobre 2022 eseguirono 32 misure cautelari, era stato rinviato per competenza territoriale a processo a Modena. L’indagine partì da una segnalazione del sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli. A parte dell’udienza ha partecipato anche una scolaresca di un istituto tecnico di Forlì.