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Mileto, la diocesi si prepara a commemorare i 40 anni dalla morte del vescovo De Chiara

Il presule è deceduto il 30 novembre 1984 dopo aver guidato circoscrizione vescovile per 26 anni. In programma una mostra fotografica e una messa di suffragio in cattedrale

Mileto, la diocesi si prepara a commemorare i 40 anni dalla morte del vescovo De Chiara

Mileto si prepara a commemorare i 40 anni dalla morte del vescovo Vincenzo De Chiara. E lo farà con una serie di iniziative in programma venerdì 29 e sabato 30 novembre nella basilica cattedrale. Si parte domani alle 17.30 con l’inaugurazione di una mostra fotografica a lui dedicata. Il giorno dopo, alle 17, nella chiesa madre della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea l’attuale vescovo Attilio Nostro presiederà in suo suffragio un’apposita celebrazione eucaristica. Era il 30 novembre del 1984, quando il presule nativo di Stigliano di Matera cessava di vivere presso la Casa della carità della marina di Tropea, fondata anni prima dal beato don Francesco Mottola. In quella struttura il presule aveva deciso di trascorrere gli ultimi anni della sua vita, al termine del suo intenso apostolato perpetrato ininterrottamente dal 12 agosto 1953 al 5 settembre del 1979. Partecipante a tutte le quattro sessioni del Concilio Vaticano II, indetto e aperto da Papa Giovanni XXIII nel 1962, il vescovo De Chiara trascorse gli ultimi anni della sua attività pastorale rivestendo anche gli incarichi, dapprima di amministratore apostolico delle diocesi di Nicotera e Tropea e, successivamente, di presule delle stesse. Fu questa, così come affermò lui stesso al momento di lasciare la diocesi, «la parte più importante della sua vita e delle sue responsabilità davanti al Signore».

Indette nel 1959 un Sinodo e, sempre su suo input, nel maggio del 1961 fece celebrare nella sede diocesana il congresso di liturgia pastorale, strumento fondamentale che anticipò di un anno i temi della partecipazione attiva del laicato alla vita della chiesa. Il congresso fu chiuso alla presenza del cardinale Fernando Cento, presidente della commissione preparatoria per l’apostolato dei laici al Concilio Vaticano II. Una figura tra le più autorevoli dell’assise ecumenica, che rivoluzionò il modus operandi all’interno della Chiesa cattolica. «È per me difficile – si legge nell’ultimo messaggio indirizzato al clero e ai fedeli della diocesi di Mileto da monsignor De Chiara – dire tutto quello che sento nel mio animo in questo momento. Sento di dover chiedere perdono al Signore e a voi per le mie manchevolezze, per quello che avrei dovuto fare e non ho fatto e per quello che avrei potuto far meglio di come l’ho fatto. Desidero, inoltre, dirvi che porterò il ricordo di tutti nel mio spirito: continuerò a pregare per il bene di tutti». Un documento importante, sorta di testamento spirituale che fa intravedere la profonda umiltà e l’elevato spessore religioso che ha contrassegnato questa figura di presule. Al vescovo De Chiara, nel 2003 il direttore dell’Archivio storico diocesano, monsignor Filippo Ramondino, ha dedicato un apposito volume dal titolo Pastor bonus in populo.

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