Agguato di Ariola, ultimo episodio di una lunga scia di sangue nelle Preserre
Molti sono gli elementi che lasciano presupporre una ripresa della faida che ha avuto origine nel 2002 e ha conosciuto il suo apice nel 2012.
Territorio presidiato dalle forze dell’ordine quello delle Preserre vibonesi dopo l’agguato di giovedì scorso ai danni della famiglia di Antonino Loielo, avvenuto nei pressi della località “Castania” di Ariola. A condurre le indagini sul caso sono i carabinieri del reparto operativo di Vibo Valentia, i quali hanno effettuato una minuziosa ricognizione sulla scena del crimine, i carabinieri del Comando di Serra San Bruno, i carabinieri della Stazione di Soriano Calabro nonché gli agenti della Polizia di Serra San Bruno e Vibo Valentia. Posti di blocco, perquisizioni veicolari e domiciliari nelle abitazioni di persone già attenzionate dalle forze dell’ordine sono state effettuate al fine di risalire al più presto all’autore del tentato omicidio. Nel corso delle ispezioni i militari si sono avvalsi anche dell’uso dello stub, strumento atto a rilevare la presenza di polvere da sparo su indumenti e parti anatomiche.
Un primo significativo risultato dei serrati controlli è stato annunciato ieri mattina nel corso della conferenza stampa tenuta presso il Comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia, dove si è dato conto dell’operazione che ha portato all’arresto di tre persone di Soriano e al rinvenimento, in una masseria di loro proprietà, tra le altre cose, di un fucile ritenuto compatibile con i proiettili esplosi all’indirizzo di Loielo e della sua famiglia. Sull’arma ulteriori approfondimenti verranno ora effettuati dal Ris di Messina. Gli arrestati, Francesco Arena, 64 anni, e i suoi due figli, Giuseppe e Vincenzo, rispettivamente di 31 e 35 anni, sono peraltro ritenuti dagli investigatori armieri di qualche gruppo criminale della zona.
L’imboscata di giovedì scorso, che ha portato al ferimento di alcuni degli occupanti dell’autovettura tra cui una donna incinta al settimo mese di gravidanza, si inquadrerebbe dunque nella faida delle Preserre tra le famiglie Emanuele e Loielo che da anni insanguina il vasto territorio dell’entroterra vibonese ricompreso tra l’alta valle del Mesima e le alture delle Serre. Fatti criminali i cui prodromi risalgono al 2002, anno dell’uccisione di Vincenzo e Giuseppe Loielo, cugini di Antonino, e che hanno conosciuto una forte recrudescenza nel 2012, anno a partire dal quale si contano cinque omicidi e diversi tentati omicidi. Tra gli obiettivi del fuoco incrociato delle due consorterie rivali Giovanni Emanuele, scampato ad un agguato nell’aprile 2012, Nicola Rimedo ucciso il 2 giugno seguente e, ancora, Antonino Zupo, freddato il 22 settembre, e Domenico Ciconte, ucciso tre giorni dopo. E, ancora, tra le uccisioni del 2012 non può essere omessa quella di Filippo Ceravolo, 19enne di Soriano Calabro, estraneo ai fatti della faida, ucciso per errore esattamente tre anni fa, il 25 ottobre 2012, da due colpi di fucile esplosi all’indirizzo dell’auto di Domenico Tassone, imparentato con gli Emanuele, dal quale si stava facendo riaccompagnare a casa. Quel sacrificio sarà ricordato domani a Soriano nel corso di una manifestazione antimafia organizzata dal padre di Filippo, Martino, alla quale prenderanno parte diverse scolaresche, testimoni di giustizia e parenti di altre vittime di mafia. Un’iniziativa che, alla luce dei fatti di Ariola, assume ulteriori e significativi connotati.
s. m.