mercoledì,Novembre 27 2024

Viaggio (da incubo) per un disabile vibonese in trasferta a Roma: «Pensavo che la Calabria fosse quella messa peggio, e invece…»

Da Zambrone la testimonianza di Raffaele Collia che ha fatto dell’abbattimento delle barriere architettoniche il suo scopo di vita: «Mi lamentavo per le difficoltà di accesso alle nostre spiagge. Invece nella Capitale è stato come muoversi in una jungla»

Viaggio (da incubo) per un disabile vibonese in trasferta a Roma: «Pensavo che la Calabria fosse quella messa peggio, e invece…»

«Ho sempre criticato la poca attenzione verso i disabili per quanto concerne gli accessi alle spiagge lungo la nostra amata costa vibonese. Questa settimana sono stato a Roma che, almeno nella mia mente, doveva essere anni luce avanti rispetto alla Calabria. Eppure mi sono ritrovato a dovermi scontrare con fermate metro non accessibili, un hotel che sosteneva di essere senza barriere che però presentava una zona colazione off limits. Per non parlare dei servizi pubblici. In una sola parola… mamma mia!».

È il duro sfogo di Raffaele Collia giovane di Zambrone affetto da disabilità. La visita nella Capitale doveva essere una tranquilla “passeggiata” di piacere alla scoperta dei luoghi iconici. Trattandosi di una popolosa città, posizionata nel cuore dell’Italia, il 32enne immaginava un soggiorno tranquillo, tutt’altro che disagevole. Ma l’impatto con la realtà lo ha fatto ricredere: «Non è stata una bella esperienza. Anzi, mi ritengo fortunato. Perché nonostante le mie difficoltà, riesco un minimo a camminare. Ma chi ha problemi motori si trova costantemente isolato. Ovviamente prima di muovermi dalla Calabria verso Roma mi sono informato con la struttura ricettiva che mi avrebbe ospitato. Mi hanno assicurato della presenza dell’ascensore per accedere alle stanze. Tuttavia, quando sono arrivato, mi sono accorto che per poter fare colazione avrei dovuto affrontare due rampe di scale. Sono riuscito a raggiungere l’area usufruendo di un montacarichi, ovviamente non idoneo al trasporto di una persona in carrozzina in quanto lo spazio era davvero stretto. È stata una “cortesia” della struttura. L’alternativa era la colazione in stanza».

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Per le strade di Roma in auto? «Non ne parliamo. Ho il tagliandino per disabili ma è necessaria una autorizzazione rilasciata dal Comune. Quindi avrei dovuto avere premura a richiedere per tempo i permessi. Mi hanno consigliato, vabbè “spostati con la metropolitana”. È stato un incubo. Non c’erano posti adibiti per disabili per non parlare che proprio due fermate (per poter visitare la fontana di Trevi) erano inaccessibili a persone con difficoltà motorie. Le altre fermate erano comunque distanti dalla mia meta, quindi ho preferito scendere prima. Non l’avessi mai fatto. Prima le scale mobili e poi due infinite rampe di scale. Una giungla di ostacoli».

Altra opzione, muoversi in bus: «Viste queste difficoltà ho chiesto sul posto. Mi è stato riferito che solo per una linea era possibile poter fruire di una rampa di disabili. E se avessi voluto andare da un’altra parte? Nessun altro mezzo poteva garantirmi un accesso agevole», commenta Collia con non poca amarezza. «È possibile che ancora, all’alba del 2025, una persona con ridotte capacità motorie debba riscontrare così tante difficoltà per muoversi non in un paesino sperduto ma nientepopodimeno che nella grande Capitale?».

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