martedì,Novembre 19 2024

Trasportava dieci chili di cocaina in autostrada, resta in carcere giovane di Acquaro

La Cassazione conferma l’ordinanza di custodia cautelare. La sostanza stupefacente rinvenuta dalla Guardia di finanza dopo una perquisizione della vettura

Trasportava dieci chili di cocaina in autostrada, resta in carcere giovane di Acquaro
La Corte di Cassazione

Resta detenuto in carcere Gaetano Montera, 27 anni, di Acquaro, accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente con l’aggravante dell’ingente quantità. La sesta sezione penale della Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il suo ricorso avverso l’ordinanza del 21 maggio scorso del Tribunale del Riesame di Catanzaro. L’arresto era avvenuto nel febbraio dello scorso anno ad opera della Guardia di finanza che l’aveva sorpreso mentre trasportava dentro l’auto – una Citroen Picasso – oltre dieci chili di cocaina (10,624 Kg). Il fermo era avvenuto nell’area di un parcheggio dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria con la cocaina confezionata in dieci panetti di cellophane, avvolti con nastro isolante, occultati in un doppio fondo del sedile artatamente predisposto. L’arresto in carcere era stato poi convalidato dal gip del Tribunale di Castrovillari (ritenuto territorialmente competente). Per i giudici della Suprema Corte, il ricorso è da ritenersi inammissibile in quanto la valutazione delle esigenze cautelari integra un giudizio di merito che, se supportato da motivazione congrua, esauriente ed idonea a dar conto dell’iter logico-giuridico seguito dal giudicante e delle ragioni del decisum, è insindacabile in Cassazione. I giudici del Tribunale del Riesame hanno quindi correttamente ritenuto che gli elementi addotti dal difensore come novum – la giovane età, l’incensuratezza, il tempo trascorso in vinculis, la buona condotta carceraria – non siano sufficienti per attenuare le esigenze cautelari e “correttamente, nel provvedimento gravato, si è ritenuto come il trasporto da parte del Montera di ingenti quantitativi di droghe pesanti (all’incirca dieci chilogrammi di cocaina) fosse un fatto in re ipsa particolarmente allarmante, evocativo della contiguità del predetto con contesti delinquenziali di più ampio respiro nell’ambito del settore del narcotraffico”. Da qui il rigetto del ricorso (la difesa aveva chiesto i domiciliari con il braccialetto elettronico) e la conferma del carcere.

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