Le erbe miracolose di San Francesco di Paola: presentato a Parghelia il libro che racconta come operava il taumaturgo patrono della Calabria
L’incontro incentrato sul volume di Carmine Lupia e Giancarlo Statti è rientrato nell’ambito della rassegna Serata d’autore promossa dal Comune
Presentato a Parghelia il libro “Le erbe di San Francesco di Paola” scritto dall’etnobotanico Carmine Lupia e dal docente di Biologia farmaceutica dell’Unical Giancarlo Statti. L’appuntamento letterario è rientrato nell’ambito della rassegna “Serata d’autore” promossa dall’amministrazione comunale. All’incontro, svoltosi nella sala consiliare, ha partecipato un pubblico numeroso e attento. Il programma dell’evento, dopo i saluti istituzionali del sindaco Antonio Landro, ha previsto l’intervento introduttivo del direttore dei locali musei della Memoria e parrocchiale Vincenzo Calzona.
Subito dopo hanno preso la parola i due autori, i quali hanno illustrato ai presenti il rapporto diretto tra piante e uomo, proprio di una scienza interdisciplinare come l’etnobotanica, e l’attenzione rivolta in epoca medievale verso l’uso della fitoterapia, principalmente nei monasteri. «Proprio da questo quadro – hanno spiegato Lupia e Statti – è nata l’idea di realizzare un volume dedicato al Santo Patrono della Calabria, la cui fama di taumaturgo è indissolubilmente legata all’uso da lui compiuto di erbe ed alimenti tipici della tradizione locale. Ed infatti, il primo scopo perseguito è stato quello di realizzare una classificazione sistematica e definitiva delle specie utilizzate e citate nei tre processi per la causa di beatificazione: quello cosentino, quello calabrese e quello di Tours, analizzando le centinaia di testimonianze riportate. Nelle trascrizioni e traduzioni, infatti, sono stati riportati fitonimi dialettali di non facile interpretazione – hanno aggiunto – che nel corso dei secoli hanno dato origine a supposizioni non corrette. Queste sono state analizzate ed eventualmente corrette utilizzando un metodo scientifico che si è avvalso delle regole dell’etnobotanica classica e della sistematica vegetale, oltre che dell’ausilio dei parametri della fitosociologia e della linguistica».
Nell’occasione i due autori hanno anche avviato uno studio multidisciplinare teso a validare, alla luce delle più moderne interpretazioni scientifiche, l’adeguato uso delle specie alimentari/medicinali fatto dal taumaturgo di Paola. «Questo – hanno evidenziato – non vuole confutare in nessun modo le virtù che hanno fatto assurgere San Francesco agli onori degli altari, ma vuole evidenziare come l’uso appropriato delle erbe per il trattamento delle patologie da parte sua e l’azione di guarigione che ne deriva va’ considerata nella sua giusta dimensione umano-divina, per far avanzare lo studio dalla conoscenza storica al rapporto tra scienza e fede e, quindi, considerare le guarigioni e i miracoli dal punto di vista teologico e filosofico».
“Le erbe di San Francesco di Paola” – così come sottolinea padre Gregorio Colaorti nella sua introduzione – offre ottimi spunti di riflessione sull’Umanesimo cristiano del fondatore dell’Ordine dei Minimi. In particolare, ci aiuta a considerare il ruolo del miracolo e delle guarigioni, sempre se osservato dai diversi approcci disciplinari, «come una delle più elevate espressioni di tale Umanesimo, perché azione unificante delle più alte virtù umane e cristiane». A coordinare e a concludere l’incontro ci ha pensato il consigliere con delega alla Cultura e alla Pubblica istruzione Gabriele Vallone, tra l’altro curatore della kermesse “Serata d’autore” proposta con successo dal Comune.
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