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Settantatré anni fa la strage della Littorina, il ponte crollato e 9 vite spezzate: una cicatrice indelebile sul territorio vibonese

Era il 17 novembre del 1951: a bordo c'erano perlopiù operai e carabinieri che stavano raggiungendo il posto di lavoro. C'era anche Melina, ultima sopravvissuta ancora in vita che quella mattina vide morire la sua mamma

Settantatré anni fa la strage della Littorina, il ponte crollato e 9 vite spezzate: una cicatrice indelebile sul territorio vibonese
Il ponte crollato e la Littorina precipitata

Giuseppe Carbone, Antonio Cichello, Michele Comito, Giuseppe Francolino, Giuseppe Fresca, Clementina Gradia, Francesco Mamone, Francesco Mazzitelli, Bernardo Vero. Nove nomi, nove vite spezzate. Era il 17 novembre del 1951 quando il ponte Ciliberto che collegava Pizzo e Vibo Marina crollò, facendo precipitare rovinosamente la Littorina che era di passaggio proprio in quel momento. Sono passati 73 anni da quella che è passata alla storia come la strage della Littorina. Nove i morti, una ventina i feriti e una cicatrice indelebile nella comunità vibonese. Nonostante i decenni trascorsi, infatti, il ricordo della tragedia è ancora vivo.

Tre anni fa, in occasione del 70esimo anniversario, lungo la strada provinciale che collega Vibo Marina e Pizzo, vicino al luogo del disastro, è stata posta una targa commemorativa per iniziativa delle due Pro loco del posto: obiettivo conservare la memoria collettiva della tragedia e non lasciare che la morte di quelle nove persone cada nell’oblio.

Il tracciato ferroviario prima dell’incidente

Quella mattina a bordo della Littorina, diretta a Vibo Marina, viaggiavano soprattutto lavoratori in procinto di raggiungere come ogni mattina la propria postazione. La caduta del ponte non lasciò scampo a nove di loro, otto uomini e una donna. Quest’ultima, Clementina, era sulla Littorina insieme a sua figlia 19enne Melina, che oggi è l’ultima sopravvissuta in vita. Due anni fa è stata proprio lei a raccontare davanti alle telecamere di LaC quella maledetta mattina del 17 novembre 1951 in cui vide morire la sua mamma. «Quando lei si è resa conto che io ero viva, ha gridato “Melina mia, Melina mia, avvicinati che voglio darti l’ultimo bacio“. Ma non potevo avvicinarmi per le ferite. Cercavo di muovermi ma non riuscivo. Lei si accorse che ero viva e le bastò, subito dopo ha smesso di parlare», ha raccontato Melina, oggi di 93 anni, al videoreporter Saverio Caracciolo. Ne è nato un docufilm dal titolo appunto “L’ultimo bacio non dato”, che è possibile rivedere su LaC Play (CLICCA QUI).

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