‘Ndrangheta, le dichiarazioni del nuovo pentito vibonese: «L’omicidio di Raffaele Cracolici deciso per impedire la vendetta contro Bonavota che gli aveva ammazzato il fratello»
Il racconto davanti ai magistrati di Francesco Salvatore Fortuna. La gambizzazione del cognato di Andrea Mantella e l’omicidio di Domenico Belsito voluto dalla cosca di Sant'Onofrio «per levare la vergogna» di una relazione extraconiugale
Il 30 agosto scorso Francesco Salvatore Fortuna, 44 anni, si trovava davanti al procuratore facente funzioni della Dda di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, e al sostituto Antonio De Bernardo. L’ex killer del clan Bonavota, ha deciso di collaborare con la giustizia e parte proprio dagli omicidi che gli vengono contestati facendo i nomi di collaboratori e sodali.
L’omicidio di Domenico Belsito, avvenuto nel 2004, è stato voluto dalla cosca Bonavota. Lo racconta lo stesso ex killer della cosca Bonavota di Sant’Onofrio divenuto collaboratore di giustizia dalla scorsa estate.
La gambizzazione del cognato di Mantella
«L’omicidio – racconta Fortuna – è stato perpetrato materialmente da Salvatore Mantella, Andrea Mantella e Francesco Scrugli. Tutto nasce da un favore che circa 15 giorni prima della commissione dell’omicidio Domenico Bonavota mi chiese di fare, ovvero una gambizzazione nei confronti del cognato di Andrea Mantella (Franzè) cosa che feci». La gambizzazione venne portata a termine, dice Fortuna, anche perché l’idea di Bonavota era quella che «Franzè non mi conosceva».
Uccidere per levare la vergogna
In seguito «Domenico Bonavota chiese ad Andrea Mantella di organizzare l’omicidio di Domenico Belsito in quanto quest’uomo aveva avuto una relazione extraconiugale […] e per questo motivo doveva essere ucciso per levare la vergogna nei confronti della famiglia».
«All’inizio Mantella non era nessuno»
Per quanto riguarda i suoi rapporti con Andrea Mantella, Francesco Fortuna afferma che questi siano iniziati nel 2002 periodo in cui Mantella non era, secondo Fortuna, un pezzo da novanta.
«All’inizio, ed in particolare quando noi abbiamo iniziato i rapporti con lui, Andrea Mantella non era nessuno, era solo un soggetto che era uscito dal carcere in seguito alla condanna per omicidio. Infatti chiunque avesse avuto bisogno di qualche favore a livello criminale a Vibo Valentia si rivolgeva ai Lo Bianco non certo al Mantella, in quel periodo. Comunque sapevamo che Mantella faceva parte dei Lo Bianco».
L’omicidio di Alfredo Cracolici e il desiderio di vendetta di Raffaele Cracolici
Il neo collaboratore spiega che l’omicidio di Raffaele Cracolici, detto Lele Palermo, avvenuto nel 2004, è da ricondurre a una ragione precisa: il desiderio di Lele Palermo di vendicare la morte di suo fratello Alfredo, avvenuta per mano dei Bonavota. Secondo Fortuna l’input dell’omicidio non è da ricondurre al controllo sull’area industriale di Maierato perché «la zona industriale di Maierato non è stata mai sotto l’influenza dei Cracolici, ma piuttosto dei Mancuso che esercitavano la loro influenza criminale anche in questa zona, per quanto all’epoca vi era un legante tra i Cracolic e i Mancuso. L‘omicidio quindi non fu eseguito per espandere l’influenza del gruppo nella zona industriale di Maierato, ma per prevenire razione vendicativa di Raffaele Cracolici, e, quindi il controllo della zona industriale di Maierato fu una conseguenza dell’omicidio. Ho saputo queste cose direttamente da Domenico Bonavota il quale in quel periodo mi disse che avrebbero dovuto uccidere questo soggetto perché parlava troppo dicendo che voleva vendicare la morte del fratello».
La riunione per decretare l’omicidio
Prima di passare all’agguato vennero effettuate diverse riunioni alle quali parteciparono, dice Fortuna, anche esponenti della cosca Fruci.
«La decisione dell’omicidio – afferma Fortuna – è stata presa nel corso di vari incontri che si sono tenuti anche in presenza di Domenico Bonavota, Onofrio Barbieri, Domenico Cugliari, Bruno Cugliari, Andrea Mantella e Francesco Scrugli, nel corso dei quali Domenico Bonavota chiese aiuto in relazione a questa situazione e tutti noi altri accettammo il fatto che andava commesso questo omicidio. Sia Domenico Cugliari che Bruno Cugliari erano perfettamente a conoscenza che doveva essere realizzato questo omicidio. Per la realizzazione di questo agguato è stato richiesto anche il supporto logistico di Vincenzino Fruci e Francesco Michienzi in quanto Raffaele Cracolici aveva una relazione con una donna di Acconia. Tutto il nostro gruppo manteneva i rapporti con Fruci e Michienzi, ricordo anche che in quel periodo i fratelli Anello erano entrambi detenuti. L‘omicidio è stato materialmente compiuto da me e Francesco Scrugli (poi ucciso in un agguato, ndr) mentre Onofrio Barbieri era alla guida di un furgone di colore bianco. Gli stessi Fruci avevano interessi diretti ad eliminare Raffaele Cracolici in quanto avevano avuti in precedenza degli screzi».
Fortuna scagiona Nicola Bonavota
Secondo Francesco Fortuna «Nicola Bonavota non c ‘entrava nulla per l’omicidio di Raffaele Cracoici mentre Pasquale Bonavota ne era perfettamente a conoscenza, anche se in quel periodo non stava a Sant ‘Onofrio stabilmente. A seguito dell’omicidio di Raffaele Cracolici» un supermercato ha iniziato a «corrispondere una tangente al nostro gruppo in due tranche annuali».