Inchiesta sul Comune di Vibo, ecco le ipotesi di reato e tutti i documenti acquisiti
L’indagine della Dda e della Finanza scuote “palazzo Luigi Razza” ed arriva sino al 25 settembre scorso. Lo spettro dei condizionamenti mafiosi in diversi settori
Concorso esterno in associazione mafiosa e illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose. Sono queste le due ipotesi di reato formulate dal pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, nell’ambito dell’inchiesta sul Comune di Vibo Valentia. Un procedimento penale aperto quest’anno con notizie di reato a carico di persone note (modello 21 del registro generale della Procura), i cui nominativi – naturalmente – in tale fase sono ancora coperti dal segreto investigativo. Sul campo l’inchiesta è condotta dal Nucleo Operativo e dal Nucleo Mobile della Guardia di finanza di Vibo Valentia la quale il 2 ottobre scorso – per come si evince dal decreto di acquisizione di atti notificato al sindaco, Maria Limardo, ed ai dirigenti comunali Adriana Teti e Filippo Nesci – ha inviato alla Dda di Catanzaro una nota per l’acquisizione al Comune di una voluminosa serie di documenti amministrativi. E’ bene subito evidenziare che tale richiesta di copia di atti a “palazzo Luigi Razza” copre un arco temporale che arriva sino al 25 settembre scorso (2019). In tale data – si trattava di un mercoledì – la polizia municipale di Vibo Valentia ha infatti proceduto ad un sequestro nei confronti dei venditori ambulanti di frutta, sprovvisti di autorizzazioni amministrative, che stazionavano su corso Umberto I. La Guardia di finanza, quindi, ha chiesto l’acquisizione di copia di tutti gli atti amministrativi redatti in occasione di tale sequestro da agenti della polizia municipale. [Continua dopo la pubblicità]
Oltre a tutta la documentazione amministrativa e contabile inerente la gestione della pubblica illuminazione, affidata dal Comune alla ditta Ligeam, ed alla documentazione concernente tutti gli impianti pubblicitari sul territorio (autorizzazioni e dinieghi all’installazione compresi), l’acquisizione della Guardia di finanza interessa pure la documentazione inerente il servizio di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti idriche e fognarie per tutto l’anno 2019, compresa tutta la documentazione tecnica (attestazione di regolare esecuzione dei lavori) ed i bonifici di pagamento effettuati dall’amministrazione comunale.
Rifiuti e pontili. In questo caso l’acquisizione riguarda la documentazione inerente il pagamento della tassa del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti da parte delle società e delle ditte proprietarie dei pontili di ormeggio di nautica da diporto a Vibo Marina, compresa la documentazione sul contenzioso fra ditte e amministrazione comunale.
Vibo in fiera e aree pubbliche. Si tratta della richiesta di documentazione (pareri, autorizzazioni e pagamenti dei tributi) relativa alla manifestazione “Vibo va in fiera a Natale”, svoltasi dall’8 al 23 dicembre dello scorso anno, e di quella relativa all’assegnazione di aree pubbliche per manifestazioni varie.
Impianti sportivi e palestre. Nel mirino degli investigatori c’è poi tutta la documentazione amministrativa e contabile concernente la gestione degli impianti sportivi comunali. Si tratta del Palasport di Vibo, del Bocciodromo di Vibo, dello stadio Luigi Razza, della palestra della scuola Media “Murmura”, del campo di calcio a 5 del quartiere Sant’Aloe, dell’impianto polivalente della Sacra Famiglia, del campo di calcetto a 5 della Sacra Famiglia, dell’impianto della “Villa comunale”, della palestra della scuola media “Garibaldi”, dell’impianto polivalente di località Feudotto, della piscina comunale di Vibo Valentia, del campo di calcio a 5 di Piscopio, del’impianto polivalente di Bivona, del campo sportivo di Piscopio, della palestra della scuola media di Triparni, del campo sportivo di Vibo Marina, del Palazzetto dello Sport di Vibo Marina, della palestra della scuola Media di Vibo Marina, del campo sportivo di Longobardi, del Palazzetto dello Sport di Vibo Valentia, del circolo del tennis di Vibo Valentia. Si punta in questo caso a fare luce su tutti i contratti di affidamento, sul pagamento dei canoni concessori e dei tributi e sulle azioni intraprese dall’amministrazione comunale nei confronti degli affidatari inadempienti.
L’impianto sportivo “Paolo Borsellino”. Un “capitolo” a parte riguarda la documentazione comprovante l’eventuale conclusione dei lavori ed il regolare pagamento alla società appaltatrice delle opere di tale impianto sportivo comunale, oltre all’acquisizione di tutti gli atti inerenti l’affidamento dell’impianto e il regolare pagamento dei canoni previsti.
Sbarchi dei migranti. Si punta qui alla documentazione inerente ai pagamenti da parte del Comune nei confronti dell’associazione “Prociv Augustus” per i servizi offerti in occasione degli sbarchi dei migranti.
L’acquisizione di documentazione ha infine interessato tutti i servizi di manutenzione del verde pubblico, l’aggiudicazione del servizio di gestione delle aree di parcheggio con le strisce blu e l’affidamento in convenzione del servizio di pulizia delle strade in caso di incidenti stradali.
L’interesse della Prefettura. Tutti i documenti acquisiti saranno ora minuziosamente analizzati dagli investigatori alla ricerca di riscontri e di ulteriori elementi finalizzati a rafforzare un’inchiesta che sta scuotendo “palazzo Luigi Razza” e che appare già ben indirizzata e con ipotesi di reato precise quanto gravi a carico di soggetti già in parte individuati ed iscritti dalla Dda sul registro degli indagati. Gli elementi sinora acquisiti dalla Guardia di finanza e dal pm antimafia, Antonio De Bernardo, ipotizzano un’azione amministrativa illecita da parte del Comune di Vibo che avrebbe di fatto agevolato ditte e soggetti in odor di mafia. Un’indagine che potrebbe registrare a breve risvolti più che clamorosi ed alla quale guarda con la massima attenzione anche la Prefettura di Vibo Valentia. L’invio di una Commissione di accesso agli atti al Comune di Vibo Valentia da parte dell’Ufficio territoriale di Governo per accertare infiltrazioni e condizionamenti mafiosi nella vita dell’ente è infatti a questo punto tutt’altro che improbabile.
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