Inchiesta Artemis, Cracolici mediatore nelle liti tra cosche: così il capo clan di Maida si era guadagnato il rispetto della criminalità calabrese
Dall'indagine della Dda di Catanzaro emergono i rapporti con i gruppi 'ndranghetisti del Vibonese e del Reggino. E spunta un aneddoto sul boss Giampà: «Ha fatto sotterrare una Panda piena di denaro in contanti»
I rapporti con la criminalità di Rosarno per l’approvvigionamento di cocaina, i legami con l’omonima cosca di Maierato e il testimone preso al volo dalla cosca Anello-Fruci di Filadelfia stroncata dall’inchiesta Imponimento. Dalla recente indagine della Dda di Catanzaro, Artemis – che ha portato ieri a 49 misure cautelari – emerge il rispetto mafioso che la cosca di Maida capeggiata da Domenico Cracolici, 53 anni, era riuscita a conquistare tra le realtà criminali calabresi. Tra queste non mancano le cosche presenti nella città di Lamezia Terme.
La diatriba per i posti da ambulante
I Cracolici erano diventati un punto di riferimento per redimere divergenze. Oltre che con esponenti della cosca Giampà sono stati «documentati – scrive la Dda di Catanzaro – rapporti con la cosca lametina “Cerra-Torcasio-Gualtieri”, come evidenziano i legami tra Domenico Cracolici e Pasquale Ventura (non indagato in questo procedimento, ndr), emersi in occasione della vicenda relativa all’intervento di Mimmo nella risoluzione della diatriba tra i Furfari e i Berlingeri per l’occupazione dei posti di vendita ambulante di frutta, verdura e legna». L’incontro chiarificatore per questa diatriba si terrà, registrano i carabinieri, il 29 marzo 2023.
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