Sparatoria a Sorianello, lascia il carcere 27enne di Gerocarne
Il gip accoglie un’istanza del difensore gradando la misura cautelare con gli arresti domiciliari e l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico
Lascia il carcere per gli arresti domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, Michele Idà, 27 anni di Gerocarne, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo. La decisione è del gip del Tribunale di Vibo Valentia, Rossella Maiorana, in accoglimento di un’istanza del legale. Per il gip sussiste nei confronti di Michele Idà la gravità indiziaria in relazione sparatoria messa in atto a Sorianello, dopo una lite in un bar, ai danni dell’argentino Jeremias Lovrovich, raggiunto a casa da un colpo d’arma da fuoco al polpaccio la sera del Natale dello scorso anno. Il tempo già trascorso in carcere e la prospettata definizione del procedimento con rito alternativo sono tuttavia, ad avviso del gip, elementi di cui tenere conto per l’adozione della misura gradata degli arresti domiciliari con obbligo però di indossare il braccialetto elettronico al fine di un maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine. Michele Idà non potrà quindi allontanarsi dal luogo di esecuzione della misura (la propria abitazione) senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria e non potrà comunicare – neanche per via telefonica o telematica – con persone diverse da quelle conviventi. Per la sparatoria di Sorianello, unitamente a Michele Idà, sono indagati Giuliano Nardo, 20 anni, di Sorianello (difeso dagli avvocati Giuseppe Orecchio e Vincenzo Cicino) e Nazzareno Salvatore Emanuele, 19 anni, anche lui di Gerocarne (assistito dall’avvocato Giuseppe Di Renzo). Devono rispondere, in concorso tra loro, dei reati di lesioni personali aggravate, porto ed esplosione di colpi d’arma da fuoco, violazione di domicilio e danneggiamento.
Alla “missione punitiva” – secondo la ricostruzione del gip, della Procura e dei carabinieri – avrebbe preso parte anche una quarta persona ancora da identificare in quanto incappucciata e con volto coperto al momento dei fatti. Giuliano Nardo è figlio di Michele Nardo, quest’ultimo con precedenti di polizia “per tentato omicidio, ricettazione, riciclaggio, detenzione abusiva di armi” e sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Michele Idà è invece figlio del 59enne Franco (“Nuccio”) Idà, cognato del boss ergastolano Bruno Emanuele. Franco Idà è tornato totalmente libero senza alcuna misura nel luglio 2022 dopo aver scontato la condanna per associazione mafiosa e narcotraffico (11 anni e 6 mesi) nell’operazione “Luce nei boschi”. Nazzareno Salvatore Emanuele è infine figlio di Gaetano Emanuele (fratello di Bruno Emanuele), attualmente latitante per l’operazione antimafia che il 21 giugno scorso ha fatto luce sulla “Strage di Ariola” avvenuta il 25 ottobre 2003 con tre morti ed un ferito.
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