Con questa minoranza i primi 4 mesi del sindaco Romeo sono stati una passeggiata. E l’opposizione la fa l’ex giunta Limardo
Sino ad ora è stata fin troppo tiepida l’azione dei consiglieri comunali che occupano gli scranni alla destra dell’esecutivo: solo “compitini” in Consiglio per timbrare il cartellino. Intanto l’ex sindaco e gli esponenti della sua squadra non perdono occasione per strigliare l’Amministrazione
Sono passati più di 4 mesi dalla vittoria di Enzo Romeo, nuovo sindaco targato Pd di Vibo Valentia dopo 15 anni di dominio incontrastato del centrodestra. Chi fino a ieri governava, oggi si ritrova a occupare gli scranni della minoranza e, viceversa, chi batteva i pugni e non perdeva occasione per denunciare disservizi e défaillance dell’amministrazione, adesso abbozza, minimizza, difende. Come nel caso del bando lampo (appena 7 giorni) per la ricerca di un super consulente da 26mila euro per 60 giorni di lavoro. Bando che – fortunatamente per Romeo e la sua maggioranza – si è disinnescato da solo con la “bocciatura” dei 4 candidati arrivati al colloquio finale su 33 che avevano risposto all’avviso pubblico. Se avesse vinto il professionista di cui si vociferava da tempo e che è arrivato insieme ad altri 3 ad affrontare la prova decisiva dopo la scrematura iniziale, sarebbe stata una brutta gatta da pelare per l’amministrazione in carica.
Eppure, al netto di questo episodio, forse troppo macroscopico per essere ignorato, finora l’opposizione consiliare risulta non pervenuta. Questi primi quattro mesi sono stati una passeggiata per il sindaco e i suoi consiglieri, che al massimo sono stati costretti a fronteggiare le tiepide, tiepidissime critiche “d’ufficio” della minoranza durante i pochi Consigli comunali che si sono tenuti sin qui. E allora ci stanno pensando gli ex assessori della giunta Limardo a vestire i panni dell’opposizione attiva.
Ormai non passa giorno che gli esponenti dell’esecutivo che ha governato la città fino a giugno, non intervengano nel dibattito politico con parole e prese di posizione spesso durissime, evidenziando i limiti di un’azione amministrativa che per ora vive di rendita su progetti avvianti da chi c’era prima. Una giunta ombra, come si dice in questi casi, che non perde occasione per togliersi i numerosi sassi dalle scarpe e oscurare una minoranza teoricamente della stessa parrocchia ma senza anima e senza valide proposte alternative.
A guidare questa opposizione extra consiliare c’è ovviamente l’ex sindaco Maria Limardo, la cui ricandidatura è stata accantonata forse troppo frettolosamente dal suo partito, Forza Italia. Oggi Limardo si prende le sue rivincite, accusando l’amministrazione Romeo di non avere «un’anima» e costringendo il sindaco in carica, sempre molto parco a dispensare dichiarazioni ufficiali, a risponderle direttamente, come accaduto recentemente in merito alla querelle sulla soppressione del Festival Leggere & Scrivere. Allo stesso modo, Limardo ha rivendicato con orgoglio i 22,5 milioni di euro assegnati dalla Regione al Vibonese per la messa in sicurezza dei torrenti e dei fossi che dall’alluvione del 2006 impongono vincoli edificatori che potranno essere rimossi soltanto quando le opere idrauliche previste saranno realizzate.
Non mancano le incursioni sulla stampa cittadina anche dell’ex assessore all’Ambiente, Vincenzo Bruni, spesso in tandem con l’ex assessore ai Lavori pubblici, Giovanni Russo, che quando possono sparano ad alzo zero sui colleghi oggi in giunta. L’ha fatto, ad esempio, due giorni fa Bruni, che ha criticato con solide argomentazioni lo stravolgimento della raccolta dei rifiuti durante il ponte del primo novembre.
Oggi, invece, è stata la volta dell’ex vice sindaco ed assessore all’Urbanistica Pasquale Scalamogna che ha bollato l’attuale servizio di trasporto pubblico locale come «un salto indietro di due anni». E giù critiche agli orari delle corse, alla mancanza di informazioni alle fermate dei bus e anche in merito all’istallazione delle paline.
Intendiamoci, niente da prendere come oro colato. Romeo con i suoi assessori e consiglieri comunali avranno di certo le risposte giuste da dare per tirarsi d’impaccio e spiegare che stanno lavorando di buzzo buono. Ma almeno c’è il pungolo, c’è lo sprone che un’opposizione viva e attiva deve comunque esprimere per tenere chi governa continuamente sulla corda affinché non perda il passo e la strada. Una pressione che non si avverte dagli scranni della minoranza consiliare, pronta a svolgere diligentemente il compitino quando è in aula, astenendosi però dall’incalzare l’amministrazione nelle lunghe pause tra una convocazione e l’altra. Forse molti consiglieri non sono abituati a fare opposizione perché in minoranza non sono mai stati, ma è meglio che imparino in fretta se non vogliono rimanerci per 15 anni come è capitato ai colleghi che ora governano al posto loro.