Chiesa gremita nell’anniversario della morte di Natuzza, il vescovo: «Tutti i santi sono qui oggi, come diceva lei durante l’eucarestia» – FOTO
Dopo la celebrazione è proseguito il flusso dei fedeli alla tomba della mistica di Paravati morta il 1° novembre del 2009. In corso la causa di beatificazione
«In questa solennità dove ricordiamo tutti i santi del cielo, siamo chiamati a volgere il nostro sguardo in alto, verso quella Gerusalemme celeste che ci attende ed è la nostra patria. E oggi, in maniera ulteriore, siamo chiamati a ricordare anche la nascita di Natuzza al cielo. Una nascita forte, eterna, che tutti noi siamo chiamati a vivere, per ascendere a quel Dio che ci aspetta con le braccia aperte, pronto a stringerci amorevolmente». Queste le parole con cui il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro, ha aperto la celebrazione eucaristica presieduta nel santuario “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” della Villa della Gioia di Paravati, in occasione del 15esimo anniversario della morte di Natuzza Evolo.
In prima fila, in una chiesa gremita di pellegrini provenienti dalla Calabria e da altre regioni d’Italia, i due figli della Serva di Dio, Angela e Franco, affiancati dalle loro rispettive famiglie. Dei cinque avuti (gli altri erano Anna Maria, Antonio e Salvatore), gli unici ancora in vita. «Ogni volta che vengo a celebrare qui – ha successivamente sottolineato il presule nella sua omelia – mi ricordo di quello che mi diceva, non solo Natuzza, ma anche tutti gli altri testimoni di questa realtà. Nello specifico, che quando si celebra l’eucarestia tutti i santi si rendono presenti e si fanno prossimi a noi. Ebbene, questo presbiterio, per come è stato realizzato, ricorda proprio tutto ciò: un camminare del paradiso verso il mondo, un’unione tra terra e cielo che si rende presente in maniera speciale in Cristo.
In questo contesto lui e Maria ci invitano a camminare verso di loro». Subito dopo monsignor Nostro ha spiegato che il compimento dell’amore è rinunciare a noi stessi «per rendere felici e santi gli altri. Dio – ha evidenziato al riguardo – sta con gli ultimi, non con i primi, ai margini, non al centro. E allora, se vogliamo veramente diventare santi, mettiamoci a servire gli altri come fa Dio, pensiamo alla felicità altrui prima che alla nostra, in modo da fare propria quella lezione bellissima che ci ha regalato in tutti questi anni Natuzza, la quale si definiva un verme di terra. Diceva San Francesco che il verme è una delle cose più utili, senza di cui la terra non diventa feconda. Anche noi, dunque, facciamoci verme di terra, in modo da rendere la nostra terra fruttuosa. Così, quel miracolo bellissimo di vita che è stata l’esistenza di Natuzza, ma penso anche al beato Francesco Mottola, a Irma Scrugli e a tante altre persone che sto imparando a conoscere in questi anni da vostro vescovo, si potrà riproporre. Lasciamo davvero – ha concluso – che il Signore si serva di questi vermi, che siamo noi, per rendere feconda la terra della nostra diocesi e di tutta la Calabria».
Al termine della celebrazione eucaristica, i pellegrini si sono riversati nella piccola cappella che custodisce le spoglie della Serva di Dio, situata all’interno della vicina Casa per anziani “Monsignor Pasquale Colloca”, dove nel 2009 la mistica con le stigmate è spirata serenamente. Il flusso di fedeli sta proseguendo anche in queste ore. Le commemorazioni per il 15esimo anniversario della morte di Mamma Natuzza proseguiranno con la celebrazione eucaristica delle ore 18. Il popolo di fedeli che si rifà al carisma dell’umile donna calabrese, ad ogni modo, si ritroverà ancora più numeroso a Paravati, il prossimo 10 novembre, data in cui ricorrerà il 31esimo anniversario dell’arrivo nella Villa della Gioia della statua della Vergine nelle sembianze di una giovinetta e con le braccia accoglienti, così come le appariva in vita.