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Vazzano, la minoranza prende posizione sui bonifici sospetti (130mila euro): «Lo scandalo più vergognoso, il sindaco si dimetta»

Un dipendente dell’Ufficio finanziario di cui è responsabile il primo cittadino Vincenzo Massa avrebbe dirottato le somme sui propri conti privati. L’opposizione alza la voce e invoca l’intervento della Procura

Vazzano, la minoranza prende posizione sui bonifici sospetti (130mila euro): «Lo scandalo più vergognoso, il sindaco si dimetta»
Una veduta dall'alto di Vazzano

«È lo scandalo più vergognoso della storia di Vazzano». La minoranza consiliare prende posizione sulla vicenda portata alla ribalta da Il Vibonese, relativa a una serie di bonifici sospetti che avrebbero consentito di dirottare 130mila euro su conti personali di un dipendente e dei suoi familiari. Una circostanza rilevata dal nuovo revisore dei conti sorteggiato dalla Prefettura e insediatosi circa 2 mesi fa. «Siamo sgomenti – scrivono sulla propria pagina social gli esponenti di Liberamente Vazzano -. Il nostro Comune è nuovamente alla ribalta per incresciosi e delittuosi fatti di cronaca. Ed è assordante il silenzio dell’amministrazione comunale». Nel sollecitare le dimissioni di «chi, indegnamente, ha l’onere di rappresentare la nostra comunità», il gruppo d’opposizione punta il dito contro il sindaco Vincenzo Massa.

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«Non c’è più tempo per i giochetti di potere – si legge nel post -, non c’è più tempo per le parole e per le false promesse. Perché mentre si sprecava tempo a denunciare e aggredire singolarmente gli oppositori, a querelare e silurare il vicesindaco, centinaia di migliaia di euro sparivano dalle casse comunali. Chiediamo, dunque, che si ponga fine all’immobilismo etico che attanaglia parte della nostra popolazione. In qualsiasi altro Comune del mondo staremmo già parlando di un sindaco che ha presentato le proprie dimissioni. Ma Vazzano è selettivamente dormiente e faziosamente omertosa».

Il primo cittadino, rimarcano i componenti di Liberamente Vazzano, è anche «responsabile dell’Ufficio finanziario del Comune, lo stesso ufficio che predisponeva e trasmetteva i mandati di pagamento incriminati». «Chiediamo – aggiungono – che la documentazione contabile venga immediatamente esaminata dagli inquirenti. Ci risulta paradossale che la documentazione e l’Ufficio incriminato siano nelle stesse mani di chi è direttamente responsabile delle irregolarità emerse». Sollecitano così «l’immediato intervento della Procura e della Guardia di Finanza, perché non ci spieghiamo come, a quasi una settimana dalla denuncia, gli uffici, i documenti, i portali telematici siano nella libera e piena disponibilità di chi è responsabile dell’accaduto». Infine, si appellano alla cittadinanza, chiedendo «il sostegno di tutti»: «Questa non è una battaglia personale. È una battaglia politica e morale. La dignità è una condizione di nobiltà morale inestimabile e, forse, la nostra comunità l’ha un po’ dimenticato».

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