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Soriano, 12 anni senza Filippo Ceravolo ma la chiesa è semivuota: «Solo quando si riempirà la battaglia contro la ‘ndrangheta sarà vinta»

Il 19enne fu ucciso in un agguato dopo aver chiesto un passaggio perché la sua auto era rimasta in panne. Il monito del prefetto Grieco: «La sua storia ha lasciato un segno indelebile, ma oggi molti non sono qui a ricordarlo»

Soriano, 12 anni senza Filippo Ceravolo ma la chiesa è semivuota: «Solo quando si riempirà la battaglia contro la ‘ndrangheta sarà vinta»
Dodicesimo anniversario della scomparsa di Filippo Ceravolo

Una ferita che è rimasta aperta, dolorante, nel cuore di un paese intero che sta ancora cercando di rialzarsi da quel lontano 25 ottobre del 2012, quando Filippo Ceravolo perse la sua innocente vita in un agguato di ‘ndrangheta, con l’unica “colpa” di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quella notte infatti, in macchina insieme al vero bersaglio a cui aveva chiesto un passaggio dopo essere rimasto con l’auto in panne, si trovò inconsapevolmente coinvolto in una sparatoria. Lo scorso 25 ottobre, dunque, si è celebrato il dodicesimo anniversario della scomparsa del diciannovenne e, per ricordarlo, papà Martino e l’associazione Libera hanno voluto chiamare comunità e istituzioni.

Un dolore ancora straziante

Ieri sera, all’interno della Chiesa di San Domenico, si è svolta la messa in sua memoria e, in seguito, sono stati conferiti alcuni riconoscimenti al prefetto di Vibo Paolo Giovanni Grieco, al direttore della Tgr Rai Riccardo Giacoia, al questore di Vibo Rodolfo Ruperti e al procuratore di Vibo Camillo Falvo. Una straziante ricerca della giustizia per Martino Ceravolo, papà di Filippo, che, nel dolore, non perde la forza: «Mi hanno massacrato un figlio. Non è giusto che abbiano ucciso un ragazzo di 19 anni che aveva una vita, aveva dei sogni, si voleva sposare. Siamo distrutti dal dolore ma confidiamo ancora nella certezza della pena». Alla cerimonia, però, nonostante la poca affluenza di cittadini, papà Martino continua nella sua lotta alla verità e alla tutela della libertà: «Io lotto anche per loro, perché quello che è successo a mio figlio può succedere a chiunque. Può succedere ai loro figli di essere sparati mentre sono dal parrucchiere o in macchina come Filippo. Questa notte non ho dormito. Ho aspettato che la mia famiglia si addormentasse e a mezzanotte ho preso la macchina e sono andato al cimitero da Filippo».

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I riconoscimenti e la lettera

Come detto, dopo la messa in ricordo di Filippo sono stati conferiti dei riconoscimenti da parte della famiglia Ceravolo e dell’associazione Libera alle figure sopra menzionate. Per l’occasione ecco le parole del Prefetto di Vibo, Paolo Giovanni Grieco: «La storia di Filippo Ceravolo ha lasciato un segno indelebile perché è un simbolo un po’ di quella che è la drammaticità di questa situazione. Un segno che la criminalità organizzata non guarda in faccia nessuno pur di portare avanti le proprie attività e i propri interessi, sacrificando bambini, giovani e vittime innocenti. Ma vedo anche una grande consapevolezza e una voglia di riscatto da parte della gente. Eppure oggi molti dei sorianesi qui non ci sono. Quando questa chiesa sarà piena la battaglia sarà stata vinta. Ma al di là degli esiti processuali, possiamo dire che c’è stata comunque maggiore sensibilità e consapevolezza e noi confidiamo soprattutto su questo». Emozione, infine, durante la lettura della lettera scritta dalla nipotina di Filippo Ceravolo, Martina, culminata poi con un forte abbraccio da parte di papà Martino e mamma Anna.

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