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Omicidio Tutino nel Vibonese, imputato resta in carcere

La Cassazione respinge il ricorso del 34enne di Rosarno Giuseppe gentile finito sotto processo unitamente ad altro presunto complice con il quale avrebbe tentato di seppellire l’auto bruciata con il cadavere della vittima nelle campagne di Calimera

Omicidio Tutino nel Vibonese, imputato resta in carcere
L'auto carbonizzata e sparata ritrovata a Calimera e nel riquadro Salvatore Giuseppe Tutino

Resta detenuto in carcere Giuseppe Gentile, 34 anni, di Rosarno, imputato dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro per l’omicidio di Giuseppe Salvatore Tutino (classe ‘61), il cui corpo carbonizzato è stato rinvenuto il 17 gennaio 2022 all’interno di un’auto, fatta bersaglio di colpi di fucile ed interrata nelle campagne di Calimera, frazione di San Calogero. A deciderlo è stata la Cassazione che ha respinto il ricorso di Giuseppe Gentile, confermando così la decisione del 26 marzo scorso da parte del Tribunale della Libertà di Catanzaro a sua volta confermativa dell’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Vibo Valentia in data 4 marzo 2024 (con applicazione, appunto, della custodia cautelare in carcere). La Cassazione, nel respingere il ricorso di Giuseppe Gentile finalizzato a lasciare il carcere, sottolinea che “le contestazioni provvisorie nei confronti di Giuseppe Gentile sono ritenute assistite da gravità indiziaria (omicidio volontario commesso in danno di Tutino Giuseppe Salvatore e successiva distruzione del cadavere)”.  La Suprema Corte, ricorda quindi che “secondo l’opzione di accusa, Giuseppe Gentile, in concorso con Rocco Stilo (suo datore di lavoro), ha cagionato la morte di Tutino Giuseppe Salvatore tramite l’esplosione di colpi di arma da fuoco con un fucile calibro 12. I resti della vittima sono stati rinvenuti all’interno della vettura Fiat Panda data alle fiamme e ribaltata in una buca scavata appositamente in un terreno scosceso e non agevolmente raggiungibile”. Per la Cassazione, il Tribunale del Riesame “ha motivato in maniera congrua sui segmenti del giudizio, con valorizzazione logica degli elementi di  portata indiziante, il che esclude di ravvisare illogicità interne alle argomentazioni o `disallineamenti’ rispetto alla regola di giudizio cautelare”.

Per quanto attiene il processo per l’omicidio Tutino c’è da ricordare che lo stesso si è aperto ad inizio mese dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro dove si è registrata la costituzione di parte civile dei familiari della vittima (moglie e figli), assistiti dall’avvocato Salvatore Sorbilli. Il 19 novembre prossimo si procederà quindi con le richieste istruttorie.

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