martedì,Novembre 5 2024

L’Olivo bianco della Madonna arriva anche al carcere di Vibo: se ne prenderanno cura i detenuti

È stato benedetto dal vescovo Nostro e messo a dimora nel cortile.
L'iniziativa anticipa il secondo convegno nazionale di Archeoclub Italia dedicato a questa tipologia di colture che si terrà nella Curia di Mileto il prossimo 23 novembre

L’Olivo bianco della Madonna arriva anche al carcere di Vibo: se ne prenderanno cura i detenuti

Ieri mattina, nell’area verde all’interno del carcere di Vibo Valentia, donata da Archeoclub, è stata messa a dimora una pianta del cosiddetto “Olivo della Madonna”. «L’albero – ha fatto sapere l’associazione in una nota – è stato benedetto dal vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Attilio Nostro, il quale, insieme alla direttrice dell’Istituto penitenziario vibonese, Angela Marcello, e al comandante Pietro Davide Romano, ha reso possibile l’evento, guardandolo con benevolenza fin dal suo sorgere». All’evento hanno partecipato il cappellano dell’Istituto, don Maurizio Macrì, il diacono Raffaele Cuppari, responsabile della Caritas diocesana, oltre ai funzionari dell’area giuridico-pedagogica dell’Istituto, Anna Rotella, vicepresidente di Archeoclub Vibo e ideatrice del progetto, insieme ai soci Attilio Toma ed Enzo Barbieri.

«Si ringrazia tutto il personale operante all’interno della struttura – hanno aggiunto dall’Archeoclub vibonese -, in particolare il Corpo di Polizia penitenziaria e i detenuti che hanno materialmente provveduto alla messa a dimora dell’olivo e che se ne prenderanno cura». Oltre alla Casa circondariale di Vibo, hanno aderito all’iniziativa gli Istituti di Rossano, Cosenza, Laureana di Borrello, Palmi, Locri e Crotone. Durante la cerimonia, «monsignor Nostro ha parlato dell’Albero della Vita, al quale fanno riferimento le sacre Scritture e che, con buona probabilità può essere identificato con l’olivo, l’unico albero da frutto che, per poter essere reso edibile, ha bisogno dell’intervento del lavoro dell’uomo. L’olio ottenuto dalle olive lega infatti il lavoro dell’uomo alla produzione dell’olio del Crisma e, quindi, a tutti i sacramenti in cui è prevista l’unzione, come il battesimo, la consacrazione sacerdotale e l’unzione dei defunti».

Anna Rotella ha sottolineato il «valore della messa a dimora del prodigioso olivo dalle bianche drupe in alcuni degli Istituti penitenziari calabresi, in preparazione del secondo convegno nazionale sull’Olivo della Madonna voluto da Archeoclub Italia, che si terrà il 23 novembre nella Curia di Mileto». Rotella ha evidenziato poi «l’intenzione di continuare a lavorare affinché la donazione degli olivi della Madonna presso le chiese, in collaborazione con l’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro, giustizia, pace e della salvaguardia del creato della Conferenza episcopale calabra, possa essere realizzata dai detenuti impegnati nell’imparare a innestare e potare».

Inoltre, «si vuole promuovere un percorso dell’Olivo bianco in Calabria per creare una rete di collegamento tra i 60 Paesi nei quali, in questi anni, sono stati trovati esemplari plurisecolari della varietà di olivo a frutti bianchi. Lavoro, natura, attenzione alla biodiversità, turismo religioso, cultura: questi sono i temi su cui continuare ad intessere il percorso dell’Olivo della Madonna. Ampia soddisfazione è stata espressa da tutti i partecipanti all’evento, così come era già avvenuto nei due istituti di Rossano e Cosenza, dove la messa a dimora è stata già eseguita».

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