Don Ciotti a Vibo per l’evento nazionale di Libera: «Per estirpare le mafie non basta il lavoro dei magistrati, bisogna andare più a fondo» – VIDEO
Alla Scuola di Polizia l'avvio della tre giorni dal titolo Contromafiecorruzione. Il presidente dell'associazione antimafia: «Abbiamo scelto questa terra perché qui ci sono state tante operazioni contro la 'ndrangheta e c'è stata soprattutto una reazione della società»
Il presidente nazionale di Libera don Luigi Ciotti ha inaugurato a Vibo Valentia la tre giorni di iniziative dell’associazione antimafia dal titolo Contromafiecorruzione. Alla Scuola allievi agenti della Polizia di Stato di Vibo presenti le massime autorità istituzionali, civili e religiose della provincia. In platea anche i giovani di Libera che hanno ascoltato le parole cariche di passione pronunciate da don Ciotti: «Abbiamo voluto tenere questa iniziativa in Calabria – ha detto il fondatore di Libera – per uno scopo simbolico. Negli ultimi anni proprio in questa regione ci sono state tante operazioni contro la ‘ndrangheta e c’è stata, soprattutto, una reazione della società. Sono qui per dire grazie ai calabresi che ho visto in giro per il mondo con i calli alle mani a sgobbare».
«La Calabria – ha aggiunto – è una terra stupenda e non bisogna dimenticarsi che i suoi abitanti sono persone che lavorano e s’impegnano per emergere e combattere il malaffare. E non possono essere duecento clan mafiosi a mortificarne il valore. Noi siamo qui proprio per chiederci cosa possiamo fare come cittadini per fare prevalere il bene sul male del crimine». Cittadino onorario di Pizzo, don Ciotti ha spronato a cogliere le positività che offre questa terra per estirpare quella «violenza culturale che è più difficile da scardinare perché penetra in profondità. Una volenza culturale fatta di omertà e di deroghe».
«Non basta tagliare la mala erba in superficie con il lavoro di magistrati, forze di polizia e prefetture – ha proseguito -. Occorre andare più a fondo ed estirpare il male alla radice. E per raggiungere questo scopo bisogna avviare un impegno culturale ed educativo in vari settori, come l’occupazione e la sanità. Insieme a questo serve, inoltre, attuare un investimento reale, e non a parole, sui giovani, che devono essere ascoltati e valorizzati con politiche che offrano loro spazi e opportunità. Occorre anche fare una riflessione per arrivare ad uno scatto qualitativo ulteriore nella lotta contro le mafie… Non è facile, non è semplice, ma è possibile», ha concluso fiducioso don Ciotti.
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