San Nicola da Crissa, Sigfrido Ranucci presenta il suo libro “La Scelta”: «Un atto d’amore verso la libertà di stampa» – VIDEO
Nel corso della rassegna "Passi di legalità" anche gli interventi di Sergio Gaglianese, presidente dell’associazione La tazzina della legalità e Anthony Lo Bianco, presidente dell’associazione Valentia, impegnata nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata
È il giornalista, autore e conduttore televisivo Sigfrido Ranucci l’ospite d’eccezione della rassegna “Passi di legalità” nel piccolo borgo di San Nicola da Crissa, nel Vibonese. La manifestazione, promossa dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Condello in collaborazione con l’associazione “La tazzina della legalità”, ha permesso al celebre giornalista d’inchiesta Rai di raccontarsi e raccontare al pubblico il suo modo di vivere la professione attraverso le pagine del suo ultimo libro dal titolo “La Scelta”.
«È un titolo che nasce dalla consapevolezza che la carriera delle donne e degli uomini è determinata più dalle scelte che fanno che dalle loro qualità, a volte anche dalle scelte che non si fanno e soprattutto dall’incontro con personaggi che in base alle loro scelte poi determinano la tua carriera – ha spiegato Ranucci -. E poi è un libro che è un atto d’amore nei confronti della resilienza che impieghi quotidianamente per mantenere alta la libertà di stampa, cioè qual è il prezzo da pagare se vuoi essere realmente indipendente e vuoi rendere il pubblico consapevole».
Un volume da cui emerge l’autoritratto di uomo coraggioso, guidato dalla scelta di considerare imprescindibili principi come la legalità e la giustizia sociale. Pagine che descrivono l’uomo e il professionista grazie alle importanti inchieste di cui è stato artefice negli anni assieme alla squadra della trasmissione di Rai 3 Report.
«Ho voluto rappresentare il fatto che quando tu scegli di fare la professione in una certa maniera, la vita professionale è un vaso comunicante con quella privata e quindi le due vite comunicano tra di loro. A volte si danno, a volte si tolgono, dipende dalle situazioni. E dovendo raccontare anche la mia vita privata, ho detto o la faccio con lo sguardo di Silvio Ranucci, cioè non facendo sconti neanche a me stesso, o inutile farla».
A dialogare assieme all’autore il giornalista e coporedattore del Tg di LaC News24 Stefano Mandarano. Nel corso della serata anche gli interventi di Sergio Gaglianese, presidente dell’associazione La tazzina della legalità, e Anthony Lo Bianco, presidente dell’associazione Valentia, impegnata nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata.
«Tra i motivi per cui ho scritto il libro c’è la consapevolezza che noi viviamo in una società malata, che è talmente malata e abituata a convivere con la propria malattia da considerarla normalità. Allora se questa metafora la diamo per assunto io credo che il ruolo dei giornalisti nelle realtà locali sia fondamentale. Dobbiamo immaginarli come gli anticorpi che individuano il male prima che divori il corpo. Ma per farlo gli dobbiamo dare gli strumenti giusti, non li possiamo pagare 5 o 10 euro a pezzo, li dobbiamo tutelare dalle liti temerarie, dalle querele e renderli un terreno fertile per l’indipendenza».