giovedì,Ottobre 10 2024

A Mileto una delle maggiori testimonianze in Calabria di palazzi in stile Liberty

L’edificio risale agli inizi del ‘900 ed è stato realizzato da maestranze locali. Gravemente danneggiato da un incendio è stato riportato anni fa agli antichi splendori

A Mileto una delle maggiori testimonianze in Calabria di palazzi in stile Liberty

Tra gli edifici storici più eleganti e raffinati della nuova Mileto vi è, indubbiamente, il palazzo in stile liberty ubicato su corso Umberto I, di fronte al Municipio. Il complesso architettonico fu progettato dall’ingegnere Giuseppe Giusti, su commissione di Francesco Antonio Tavella, il quale nell’occasione riuscì ad accordare in modo armonioso le proprie concezioni artistiche con i mezzi e le tipologie costruttive dettate dalla nuova architettura floreale del periodo. I lavori, iniziati nel 1911, furono portati a termine tre anni dopo, come si evince dall’incisione ancora oggi presente sul battente in ferro del cancello d’entrata. Il fabbricato venne poi ampliato sul lato destro negli anni 1938-39, per volontà dell’avvocato Guglielmo Russo che ne aveva nel frattempo acquistata la proprietà, usando gli stessi criteri stilistici e decorativi, in modo da dare un aspetto unitario a tutto l’edificio. In questo contesto, la nuova ala venne eseguita ad imitazione della struttura già esistente, con analogo colore rosso carminio degli intonaci, identici motivi floreali nei fregi in stucco a rilievo, di colore giallo cupo, e medesimo disegno del fascione decorato a fresco.

«Il prospetto principale – si legge nella relazione storica stilata dal Ministero per i beni culturali alla fine degli anni ’80 – presenta una rientranza con recinzione in muratura in corrispondenza dell’angolo, ove si trova il cancello di ingresso sostenuto da pilastri decorati nella parete sommitale con una bordatura a rilievo grecata e due volute accoppiate. In questa rientranza si apre il portale d’ingresso con trabeazione identica a tutte le aperture a piano terra, costituita da un arco ribassato ed archivoltato a forma di conchiglia con volute terminali, spezzate al centro da una chiave di volta decorata a foglia d’acanto. Al piano superiore – si aggiunge – le aperture presentano invece un sistema arcuato a tutto sesto con cornice scanalata e arricchita da piccole volute in stucco sulla chiave di volta. Sotto l’ampio cornicione di copertura, sostenuto da controventi in legno, corre un alto fregio eseguito a fresco, raffigurante una testa femminile ricorrente con fiori e racemi». Negli anni ‘90 il palazzo è rimasto vittima di un incendio che lo ha gravemente danneggiato. Restaurato e riportato alla bellezza originaria ad opera delle famiglie Crupi e Callà che ne detengono attualmente le proprietà, ancora oggi rappresenta una delle maggiori testimonianze della diffusione dell’architettura liberty in Calabria.

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