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«Mi disse “mamma ci vediamo dopo…”», a 6 anni dalla scomparsa il dolore senza fine della madre di Francesco Vangeli ucciso dalla ‘ndrangheta – Video

Nella notte tra l’8 e il 9 ottobre 2018 il 26enne fu vittima a Filandari della lupara bianca. Oggi i suoi familiari hanno partecipato all’incontro sulle vittime di mafia organizzato da Libera nella scuola che il giovane frequentava. Presenti anche i parenti di Maria Chindamo

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«Lo sto ancora aspettando. Lo aspetto da quella maledetta sera di sei anni fa, quando mi ha detto “mamma ciao, ci vediamo dopo”». Elsa ripercorre gli ultimi momenti di vita di suo figlio Francesco Vangeli, il giovane di 26 anni che la sera tra l’8 e il 9 ottobre del 2018 uscì dalla casa di Scaliti di Filandari, nel Vibonese, per non farvi più ritorno. Vittima della lupara bianca. Stessa sorte toccata a Maria Chindamo, l’imprenditrice di Laureana di Borrello uccisa e data in pasto ai maiali. Vittima innocente della mafia come Giuseppe Russo Luzza, aveva 22 anni quando venne barbaramente ucciso.
Questa mattina all’Istituto Tecnico per Geometri di Vibo Valentia, nella stessa scuola frequentata da Francesco, gli studenti hanno ascoltato le testimonianze di chi ha perso un fratello, una sorella o un figlio.

«Da sei anni chiedo di riavere il corpo di mio figlio che merita una degna sepoltura», ha detto mamma Elsa. Il giovane, secondo le indagini, ha pagato con la vita l’amore per una donna che riteneva portasse in grembo suo figlio. Una bimba che oggi ha poco meno di 6 anni e che Elsa pensa possa essere sua nipote. Sarà il Dna a stabilirlo. «Ancora non so nulla di questo esame. Ancora vivo nella speranza e nel timore che quella bimba possa essere mia nipote», ha aggiunto in lacrime la donna. Poi il monito ai giovani: «Dovete parlare. Denunciate abusi o soprusi. Dovete scegliere di stare dalla parte della giustizia, della legalità. Se solo mio figlio si fosse confidato con me, a quest’ora, sarebbe qui con me». In prima fila, c’è anche il padre di Francesco e suo fratello che ricorda quel posto vuoto a tavola: «È un’assenza lacerante – dice Federico -, il suo corpo non è mai stato trovato. Fa male non potere avere neppure una tomba sulla quale piangere o portare un fiore».

Nel ricordo di Francesco, ma anche di Maria, di Giuseppe e di tutte le altre vittime innocenti, l’incontro promosso da Libera, nella scuola frequentata da Francesco Vangeli, è stato l’occasione per presentare l’inchiesta “Gli scomparsi di mafia” de LaviaLibera a firma del giornalista e dottorando di ricerca in Studi sulla criminalità organizzata (Unimi), Francesco Donnici.

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«Oggi – ha dichiarato il referente regionale di Libera Giuseppe Borrello – vogliamo dire a chi ha deciso le sorti di Francesco Vangeli, pensando di cancellare ogni traccia e anche la memoria, che ha sbagliato. La memoria di Francesco è una memoria viva ma anche scomoda – ha proseguito Borrello -. Scomoda perché deve scuotere le coscienze dei giovani a non essere indifferenti o rassegnati».

Toccanti le testimonianze di Matteo Luzza e Vincenzo Chindamo. Quest’ultimo ha sottolineato il valore della giornata: «È vero che la criminalità ha fatto scomparire fisicamente alcune persone, ma oggi ce ne sono tante altre qui a giurare il loro impegno nel ricordo delle persone scomparse. Ai giovani dico di impegnarsi in modo costante per il bene di questo territorio. Noi tutti abbiamo il dovere di portare avanti la memoria di chi non c’è più».

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