venerdì,Ottobre 4 2024

Arrestati sindaco e assessore nel Crotonese, la Dda: «A Casabona la ‘ndrangheta controllava tutto»

Sotto la lente degli investigatori, la cosca Tallarico che avrebbe intrattenuto rapporti stretti anche con esponenti istituzionali del Comune. L'operazione illustrata dal procuratore Capomolla in conferenza stampa

Arrestati sindaco e assessore nel Crotonese, la Dda: «A Casabona la ‘ndrangheta controllava tutto»
La conferenza stampa nella sede della Dda e, nel riquadro, il sindaco di Casabona

La famiglia Tallarico controllava tutto a Casabona, nel Crotonese. Lo evidenzia il procuratore facente funzioni della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla che in conferenza stampa ha illustrato i pilastri dell’inchiesta Nemesis, scattata nella mattinata di oggi e che ha portato a 10 arresti. ’Ndrangheta e politica a stretto contatto nel piccolo centro crotonese, la cui amministrazione comunale è stata terremotata dall’operazione antimafia. A finire in manette, infatti anche il sindaco Francesco Seminario e un assessore, Anselmo De Giacomo.

«Queste attività di indagine – spiega Capomolla – hanno consentito di verificare le dinamiche operative di questa organizzazione costituita su base familiare, il completo e totale controllo di tutte le attività illecite e delle attività imprenditoriali che si svolgono in questa area specifica del comune di Casabona, dei contatti in questo caso molto stretti con esponenti istituzionali del comune di Casabona, in particolare il sindaco e un assessore (rispettivamente Francesco Seminario e Anselmo De Giacomo, ndr) che sono entrambi interessati per la misura cautelare. A entrambi viene contestato lo scambio elettorale politico mafioso e al sindaco di Casabona anche il concorso esterno».

Leggi anche ⬇️

Il magistrato spiega che «il rapporto molto stretto con gli ambiti istituzionali del Comune ovviamente serviva per poter ottenere tutta una serie di benefici: il godimento di beni pubblici, la possibilità di utilizzazione (anche senza che ce ne fossero le condizioni e i presupposti di legge) di utilizzare le aree dei piani di insediamento produttivo».

Il gruppo si sarebbe anche assicurata «risorse per l’esercizio delle attività imprenditoriali acquisite in modo illecito» e si sarebbe mossa per mettere al sicuro quelle attività «anche attraverso rapporti con esponenti istituzionali per garantirsi da possibili anche attività di indagine e di investigazione da parte della polizia giudiziaria sugli illeciti che venivano compiuti nell’esercizio di queste attività imprenditoriali, che sarebbero riconducibili direttamente alla famiglia Tallarico e quindi alla cosca di ’ndrangheta interessata dalla misura cautelare». Continua a leggere su LaC News24

Articoli correlati

top