Mileto, aggredito verbalmente don Dicarlo: «Urla e minacce perché li portassi dove sorgerà la nuova comunità per i poveri, sono avvilito»
Il parroco della basilica cattedrale è stato avvicinato da due persone che avrebbero inveito contro di lui chiedendo con insistenza del cantiere del Villaggio di Maria, annunciato pochi giorni fa. Malore per il sacerdote, mentre i carabinieri hanno avviato indagini per far luce sull'episodio
Grave episodio ai danni del parroco della basilica cattedrale di Mileto don Domenico Dicarlo. Il sacerdote è, tra l’altro, il fondatore e presidente del Centro di recupero Maranathà, realtà Onlus che da decenni cerca di strappare dal tunnel della droga e delle tossicodipendenze in genere persone provenienti da tutto il Sud Italia. Nei giorni scorsi, da parte sua l’annuncio dell’avvio del bel progetto per la realizzazione nella cittadina normanna di una comunità residenziale per i poveri denominata Villaggio di Maria, costituita da casette in legno autonome e da altri spazi condivisi nel segno della solidarietà. I tempi tecnici per la sua realizzazione sono di tre anni a partire dalla posa della prima pietra.
A raccontare quanto avvenuto questa mattina è lo stesso sacerdote, visibilmente scosso e impaurito per l’accaduto, tanto da essere stato costretto a ricorrere alle cure dei sanitari a causa di un sopravvenuto malore.
«Ci trovavamo con alcuni volontari del Maranathà nelle vicinanze del seminario – spiega don Dicarlo a Il Vibonese – quando all’improvviso si sono avvicinate due persone a bordo di un’automobile con fare altamente minaccioso, presentandosi come dei fantomatici sindacalisti e intimandomi di portarli sul cantiere dove starebbe sorgendo il Villaggio di Maria per parlare con gli operai. Io ho chiarito che al momento non c’è nessun cantiere ma solo l’idea progettuale. Non ho capito se volevano dei soldi, ma di certo c’è che nel momento in cui a uno di loro ho chiesto di identificarsi non lo ha fatto, nonostante avesse affermato di volermi mostrare i documenti. Al contrario – aggiunge – hanno continuato a inveire contro di me aggredendomi verbalmente e con pretese assurde, dichiarando di sapere che ero un prete e insistendo nel chiedermi con toni minacciosi di salire nella loro macchina per accompagnarli in questo luogo. Sono profondamente amareggiato e avvilito per quanto accaduto. Con questo progetto noi vogliamo solo dare seguito alle parole di Papa Francesco che ci chiede di mettere i poveri al primo posto e di servirli e di alleviare le sofferenze di questa umanità. La nostra iniziativa dovrebbe rendere contenti tutti, invece a quanto sembra dà fastidio a qualcuno».
Don Dicarlo ha avvertito del grave episodio di cui è rimasto vittima i carabinieri della locale stazione di Mileto, i quali hanno avviato le indagini per cercare di individuare gli autori della vile aggressione verbale.
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