Randagismo nel Vibonese, il veterinario Laria “fotografa” la situazione
Ancora ferma alla Regione Calabria la pratica per la costruzione del canile sanitario provinciale
Il randagismo rappresenta una vera e propria piaga sociale sul territorio italiano. Annualmente sono decine di migliaia i cani, i gatti e gli animali in genere abbandonati per strada. Una problematica che si presenta con più frequenza nel periodo estivo e che, inevitabilmente, porta con sé anche risvolti critici legati alla sicurezza ed all’igiene pubblica. A tutto ciò si sommano i casi di maltrattamento perpetrati nei loro confronti da persone crudeli e senza scrupoli. Il fenomeno è molto diffuso nel Vibonese. Per capirne di più abbiamo chiesto un quadro della situazione a Filippo Laria, responsabile del settore randagismo del Servizio veterinario dell’Asp di Vibo Valentia.
Dottore, qual è la situazione sul nostro territorio? “È indubbio che il fenomeno del randagismo si presenta in modo più marcato nelle regioni meridionali, e quindi anche nel Vibonese, sia per questioni economiche che educative. Da parte delle amministrazioni comunali si denota una minore attenzione su questo argomento e spesso esse si attivano solo in casi emergenziali di maltrattamenti e quando si ritrovano costretti”.
In quanto a strutture? “Sono insufficienti. Si sente molto la mancanza di un canile sanitario provinciale. La pratica è ferma alla Regione Calabria dal 2018, nonostante ci siano a disposizione 90mila euro e il progetto di massima sia stato già accettato in Prefettura dalla Conferenza dei sindaci”.
Il motivo di questo stallo? “Francamente non lo so. La documentazione è stata regolarmente inviata e la pratica è stata più volte sollecitata. Nonostante ciò, tutto rimane però fermo”.
Un vero peccato… “Sì, anche perché è stata regolarmente individuata anche l’area in cui dovrà sorgere”.
Dove? “In contrada Aeroporto, dietro il canile municipale. Una volta attivata, tutti i cani abbandonati potranno essere introdotti nella struttura per essere posti in quarantena. In modo da individuarli, vaccinarli e sterilizzarli”.
Anche sterilizzarli? “Sì, è consigliabile. La sterilizzazione rappresenta un’arma importante per il controllo delle nascite. E, se accompagnata da un’apposita campagna di riammissione sul territorio, attraverso il cosiddetto cane da quartiere, contribuisce anche a non sovraffollare la struttura municipale già sofferente”.
Le adozioni? “Anche queste sono da stimolare e da promuovere, sia per quanto già sottolineato e sia per migliorare il benessere dei cani e dei loro stessi padroni, sia bambini che anziani”.
Si riferisce all’utilizzo di animali a fini terapeutici? “Sì, avere accanto un cane, e non solo, è consigliabile e può aiutare, sia nei casi di depressione e di autismo e sia nell’ambito delle difficoltà di linguaggio e di interfacciarsi con le persone”.
Non ci sono contrindicazioni? “No, la questione centrale, tuttavia, è sapere che accogliere o adottare un cane richiede anche impegno”.
Quindi? “È necessario che si abbia consapevolezza di questo, in modo tale da acquisire maggiore responsabilità e ridurre il numero dei casi di abbandono e maltrattamento. I cani, i gatti o qualsiasi altro animale, non ce lo dimentichiamo, sono degli esseri viventi, non dei giocattoli da predisporre o buttare via a proprio piacimento.
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