venerdì,Novembre 22 2024

Il mattone in terra cruda simbolo di resistenza culturale: le “breste” protagoniste a Tropea

Un convegno promosso dal locale Club Unesco rivaluta le antiche strutture contadine come patrimonio da salvare, emblema di identità e sviluppo sostenibile all’insegna della bioarchitettura

Il mattone in terra cruda simbolo di resistenza culturale: le “breste” protagoniste a Tropea
Alcune costruzioni realizzate con le "breste", mattoni in terra cruda

Il primo paradosso della Calabria sta nelle ragioni della sua fragilità. In bilico tra isolamento ed overtourism, speculazione edilizia e desertificazione, periferie urbane intrise di cultura agropastorale, la regione è un coagulo di città cresciute troppo in fretta e borghi affetti da malattie identiche, con sintomi opposti. Cercare una quadra passa dalla valorizzazione dell’esistente e dal freno allo sfruttamento eccessivo di suolo e risorse. Ma passa anche dall’azione, dal fare rete, dall’esempio concreto. Tropea è forse il caso più eclatante dei contrapposti sopra descritti. La più fragile, non solo geologicamente. Perennemente sotto i riflettori, perennemente in festa, perennemente minacciata tanto dall’erosione quanto dalla gentrificazione.

Tropea,  i ventiquattro casali tra mare e ‘terra’

Una presa di coscienza non poteva che partire da lei. Ed è proprio qui, su proposta del Club Unesco di Tropea, che istituzioni culturali, imprenditoria illuminata, accademie e associazionismo d’azione si uniscono in una riflessione urbanistica, etnologica e culturale. Il Club,  l’associazioneambientale Mare Vitae, imprenditori locali e docenti universitari, subacquei divulgatori e architetti, si incontreranno domenica 29 settembre alle ore 17.00 a Palazzo Santa Chiara per parlare di: «Tropea,  i ventiquattro casali tra mare e ‘terra’».

Focus: terra cruda, le breste

Al centro del tavolo, la bella sinergia nata tra Unesco Tropea e Mare Vitae, impegnate in azioni di  salvaguardia delle persistenze in terra cruda lungo l’entroterra ed il litorale della Costa degli Dei. Argomento già trattato negli anni e nei mesi scorsi, che vede nel resort «Il Canto di Kokopelli»a  Brattirò – oggi agriturismo e ristorante -un modello da riproporre su larga scala.

L’esempio concreto

Il recupero edilizio del pregevole manufatto rurale in terra cruda e la sua rifunzionalizzazione in chiave ricettiva aveva a suo tempo già messo d’accordo docenti universitari, esperti di politiche turistiche, operatori. Oggi, questo esempio di bioarchitettura, salvaguardia di paesaggio e tradizione, freno alla cementificazione e alternativa concreta per il rilancio delle aree interne viene riproposto come buona pratica da replicare e perseguire.

I relatori e gli obiettivi

L’idea è quella dunque di una più stretta sinergia tra tutela del mare e tutela delle coste: e di questo si parlerà nella tavola rotonda tropeana, presieduta dalla presidente nazionale dei Club per l’Unesco Teresa Gualtieri. Tra gli interventi, quelli dei massimi esperti di terra cruda nel mezzogiorno, ad iniziare dal prof. Rosario Chimirri – Università della Calabria («Poro vista mare. paesaggi in crudo e culture dell’abitare di ieri e oggi»). Dopo i saluti istituzionali affidati a presidente e vice presidente del Club Unesco di Tropea, Giuseppe Romano ed Emilio Minasi, toccherà alla Gualtieri ricordare come l’evento si inserisca nel programma dei Club Unesco del Decennio del Mare, e al subacqueo, divulgatore e ambientalista Giovanni Laganà presentare le sue ricerche videofotografiche tra i fondali dalla Sicilia a Capo Cozzo.  Antonio Varrà, ricercatore, da anni impegnato a difendere e valorizzare le persistenze in terra cruda presenti lungo la Costa degli Dei, parlerà di associazionismo, e di come dal volontariato specializzato possano nascere opportunità e progetti concreti. E di concretezza tratterà anche l’avvocato Ottavio Scrugli, imprenditore, che nella ristrutturazione del resort Il Canto di Kokopelli ha fatto proprie le istanze più sostenibili e coerenti della bioarchitettura.

Capo Cozzo, anzi: l’omonimo parco marino, sarà il soggetto delle conclusioni, affidate all’architetto Giuseppe Lonetti, già docente Università del Mediterraneo. A lui il compito di sottolineare l’urgenza di dar vita ad un sistema territoriale che unisca il parco marino di Capo Cozzo l’area protetta dei 24 Casali di Tropea.

Il programma completo

SALUTI

  • Giuseppe Maria Romano – Presidente Club Unesco  di Tropea
  • Emilio Minasi – Vice Presidente Club Unesco di Tropea

 INTERVENTI

  • Teresa Gualtieri – Presidente nazionale FICLU – Federazione Italiana Club per l’Unesco
    DECENNIO DEL MARE E PATRIMONIO CULTURALE
  • Giovanni Laganà, subacqueo ambientalista
    IL MEDITERRANEO: DALLA SICILIA A CAPO COZZO
  • Rosario Chimirri, Università della Calabria
    PORO VISTA MARE. PAESAGGI IN CRUDO E CULTURE DELL’ABITARE DI IERI E OGGI
  • Antonio Varrà, associazione Mare Vitae 
    L’ASSOCIAZIONISMO TRA VALORIZZAZIONE E TUTELA DEL PATRIMONIO MATERIALE E IMMATERIALE
  • Ottavio Scrugli, avvocato
    UN ESEMPIO VIRTUOSO: IL RECUPERO DEL RESORT «IL CANTO DI KOKOPELLI»

CONCLUSIONI

  • Giuseppe Lonetti, Università Mediterranea di Reggio Calabria
    PER UN SISTEMA TERRITORIALE INTEGRATO DAL PARCO MARINO DI CAPO COZZO ALL’AREA PROTETTA DEI 24 CASALI DI TROPEA

MODERA

  • Monica La Torre, Club Unesco di Tropea

Articoli correlati

top