Lo scioglimento dell’Asp è un altro duro colpo inferto alla sanità vibonese. Ma Occhiuto da queste parti non si vede mai
La comunità locale già provata da disservizi e scandali si ritrova a fare i conti con nuove incertezze e vecchi problemi. La vicinanza anche fisica del presidente della Regione sarebbe un segnale di attenzione che per ora non c'è
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha deliberato di affidare, ai sensi degli articoli 143 e 146, per la durata di 18 mesi, l’Amministrazione della Azienda sanitaria di Vibo Valentia, ad una Commissione straordinaria. Il motivo? È la conseguenza di una indagine della Commissione di accesso agli atti dell’Asp, disposta dal Prefetto Paolo Giovanni Grieco, che ha portato alla luce un condizionamento asfissiante della criminalità organizzata e della politica sulle scelte dell’Asp. Quest’ultima, per chi avesse la memoria corta, era già stata sciolta per infiltrazioni mafiose, nel 2010.
Non è una bella notizia per Vibo Valentia ed il suo territorio, più esattamente per tutti i cittadini ed in particolare per quanti quotidianamente svolgono un responsabile ed intenso lavoro nel delicato e difficile campo della sanità e dell’attività sociale. È uno schiaffo all’immagine, alla dignità e all’identità di un territorio e delle professioni impegnate che stentano ad accusare un colpo così basso. Con questo provvedimento Vibo Valentia rende sempre più sbiadito il suo volto di comunità competitiva e di forte splendore socio-culturale e ambientale. Pagano i cittadini, ma paga anche la cattiva politica, le scelte sbagliate, la connivenza con la delinquenza organizzata che accresce la sua “autorità” e la sua intraprendenza ed arroganza, mai frenata e forse sempre più imperante. Sì, è vero, è un bilancio che appartiene alla condizionata gestione di anni fa.
Ma da ieri ad oggi cosa è cambiato? Come giustifichiamo gli episodi subiti da Marianna Rodolico e Raffaele Bava? Sono già andati in archivio? Gli effetti non sono figli dei tristi eventi di questi ultimi mesi che hanno registrato la storia di aggressioni, disservizi, clientele, sfiducia, stati di abbandono, momenti di solitudine e sconforto e che continuano ad avvilire chi dona l’animo oltre che la sua professione, giorno e notte, tra la paura e il timore di non poter svolgere serenamente la propria missione di guaritore delle tante sofferenze quotidiane? Ai vibonesi non va giù che il governatore Roberto Occhiuto consideri il Commissario part-time, che vanta di aver lavorato, gratuitamente, all’Asp di Vibo Valentia dall’ottobre scorso, di essere riconosciuto il toccasana delle criticità del sistema sanitario vibonese.
Indubbiamente è arrivato il momento che, a partire da oggi ed inderogabilmente, occorra cambiare pagina. Roberto Occhiuto trovi il tempo di visitare il presidio ospedaliero “G. Jazzolino”, per non dire le strutture periferiche che un tempo eravamo soddisfatti di chiamare gli ospedali di Tropea, Nicotera, Serra San Bruno, Pizzo e Soriano, che, nella seppur modesta funzionalità programmatica e organizzativa di quei tempi, riuscivano a dare speranza a ricoveri, cure e terapie. Roberto Occhiuto capisca che Vibo Valentia è alla ricerca disperata di un feeling con il Presidente della Regione Calabria! Individui, con l’intelligenza che eleva, quotidianamente, la sua dignità di Presidente di tutti i cittadini calabresi, una nuova strategia volta a meglio interpretare la “cultura della necessità” che s’impone per affrontare le conclamate criticità della sanità vibonese che soffre quanto quella di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza e Crotone ma che non conosce né considerazione, né giusta valutazione, né adeguata risposta.
Vibo Valentia non può rimanere l’eterna cenerentola del modo di fare sanità in ospedale e sul territorio. Il cittadino vibonese deve credere in chi è chiamato a programmare, organizzare ed erogare prestazioni di servizio dignitose e adeguate ai bisogni. Roberto Occhiuto, oltre che ai suoi fedelissimi di partito, si affidi ai cittadini che reclamano la piena difesa del diritto alla salute. Dialoghi con le associazioni e tutte le articolazioni di un territorio che giornalmente invoca più attenzione e garanzia di sicurezza su chi spende la sua professione con capacità e collaudata competenza, coraggio, sacrifici e forte impegno. L’arrivo della Commissione straordinaria può anche essere vista come una buona opportunità per dialogare con i cittadini, guardare con più responsabilità alle necessità e soprattutto aiutare gli stessi cittadini a riguadagnare la fiducia nel governo della macchina dell’assistenza sanitaria.