sabato,Settembre 28 2024

«A ogni Consiglio dei ministri c’è chi attende lo scioglimento di Mileto», lo sfogo del sindaco Giordano

ll primo cittadino ha affidato ai social il suo disappunto verso chi auspica provvedimenti contro l’amministrazione: «Si nascondono vigliaccamente dietro scritti anonimi. Ma la comunità ha capito chi sta dalla parte giusta»

«A ogni Consiglio dei ministri c’è chi attende lo scioglimento di Mileto», lo sfogo del sindaco Giordano

Non c’è solo l’Asp di Vibo Valentia nei “pensieri” del Consiglio dei ministri. E mentre lo scioglimento dell’Azienda sanitaria provinciale è stato decretato ieri, nel corso dell’ultima seduta del Governo, restano sul tavolo di Palazzo Chigi altre due pratiche vibonesi: quelle che riguardano i Comuni di Mileto e Filadelfia. E a ogni riunione del Cdm l’attesa, in questi territori, si fa spasmodica. Tanto che il sindaco di Mileto, Salvatore Fortunato Giordano, questa mattina, ha affidato ai social uno sfogo estremamente accorato. 

«Ci sono persone – ha scritto – che attendono il Consiglio dei Ministri per poter sfogare le loro rabbie e veleni.  C’è gente che deve vendicarsi per non aver avuto l’occasione di occupare il Comune di Mileto. C’è gente che, anziché volgere lo sguardo al progresso, e apprezzare quanto di buono in questi anni è stato fatto e si continua a fare, chiede e spera in un provvedimento dissolutorio, senza guardare agli effetti negativi anche per l’immagine stessa della nostra Comunità, giusto per sfogare, ma solo per qualche giorno, le proprie depressioni e sconfitte. C’è chi si nasconde vigliaccamente (anche se gli autori e autrici sono ben visibili) dietro scritti anonimi. E c’è chi, pur non essendo autore di questi scritti anonimi, sta silente, o addirittura ci mette il carico, anziché prendere le distanze».

Poi la chiosa finale: «Mileto è anche questa, ma siamo certi che la nostra Comunità, qualunque sia la scelta degli organi superiori, di cui attenderemo eventualmente le motivazioni, non si perderà, perché oramai ha capito chi sta dalla parte giusta e chi invece, la minoranza depressa, dalla parte sbagliata».

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