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«Non siamo un paese ad alta densità mafiosa», a Stefanaconi parte una raccolta fondi per ricorrere al Tar contro lo scioglimento del Comune

Un comitato civico ha promosso una petizione e una campagna social per opporsi al provvedimento del Viminale: «Amministrazione trasparente e onesta, la verità sul nostro paese deve corrispondere alla realtà delle cose»

«Non siamo un paese ad alta densità mafiosa», a Stefanaconi parte una raccolta fondi per ricorrere al Tar contro lo scioglimento del Comune
Il Municipio di Stefanaconi

«Stefanaconi non è un paese mafioso. Al contrario è un paese che ha saputo reagire, con fermezza e caparbietà, a qualsiasi forma di condizionamento. Oggi, a seguito del decreto di scioglimento del Comune di Stefanaconi, sentiamo il dovere di difendere l’immagine e la storia del nostro paese». Con queste parole espresse in una nota stampa, il Comitato civico spontaneo SiAmo Stefanaconi, guidato da Salvatore Berlingieri ed ex amministratore comunale della “Primavera di Stefanaconi”, rigetta «l’etichetta di paese ad alta densità mafiosa», un «definizione che non ci appartiene» e spinge gli ex amministratori a presentare ricorso al Tar verso il provvedimento del Viminale, dell’11 settembre, ritenuto «ingiusto».

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«Facendoci interpreti di un diffuso sentimento popolare, che proviene non solo dalla comunità di Stefanaconi ma anche da diversi centri del Vibonese che hanno sempre guardato con ammirazione al modello di buon governo portato avanti da Salvatore Solano e dalla sua squadra, sentiamo il dovere di avviare una serie di iniziative per riscattare la comunità e allo stesso tempo per invitare gli ex amministratori a proporre ricorso avverso un provvedimento di scioglimento del Consiglio comunale che riteniamo ingiusto. A tal proposito – prosegue Berlingieri nel comunicato – ribadiamo che qualora uno dei motivi per non avviare un ricorso sia quello di natura economica, raccogliendo sempre il diffuso sentimento popolare, siamo pronti a farci promotori di una raccolta fondi per sostenere ogni iniziativa che possa agevolare e sostenere una giusta causa di verità e dignità».

Per il Comitato civico spontaneo «non è superfluo sottolineare che il nome dato alla lista, SiAmo Stefanaconi, è un preciso riferimento al senso di appartenenza ad una comunità e che lo stesso senso di appartenenza è intriso di quella tonalità di colori che si vuole opporre al grigiore di quella storia che non è storia. Ecco perché SiAmo popolo in cammino. SiAmo – spiegano – quel che siamo che si contrappone al sono, per dare il senso di comunità. SiAmo e saremo, perché ciò che nasce su sentimenti forti è destinato a durare nel tempo».

Il provvedimento di scioglimento del Consiglio comunale, «che riteniamo carente di reale motivazioni – sottolineano -, non rende giustizia ad una comunità sulla quale pesa oggi l’etichetta di paese ad alta densità mafiosa, dove tutto si dovrebbe muovere solo per volere di un potere occulto. La realtà è ben diversa da come prospettata. Stefanaconi, grazie all’impegno dei giovani amministratori guidati da Salvatore Solano, ha imboccato un percorso di legalità e coesione sociale. Un percorso che richiama la memoria alla stagione della “Primavera di Stefanaconi”, assurta agli onori della cronaca per la sua capacità di resistenza a qualsiasi forma di violenza prevaricatrice. Di quella stagione – aggiungono -, che riconosceva nell’ex sindaco Maria Luisa Carullo il ruolo guida, molti di noi sono stati attivi protagonisti, ed è il caso di ricordare che di quell’attivismo politico erano parte attiva e determinante anche Salvatore Solano e gran parte degli amministratori». 

Da qui, l’affondo sulla vicenda: «Oggi, a seguito del decreto di scioglimento, sentiamo il dovere di difendere l’immagine e la storia. Stefanaconi non è un paese mafioso. Al contrario è un paese che ha saputo reagire, con fermezza e caparbietà, a qualsiasi forma di condizionamento. Stefanaconi oggi – sottolineano dal Comitato – è una comunità che fa invidia a qualsiasi realtà d’Italia, per attivismo sociale, culturale, ma anche per il grande ed onesto lavoro fatto dall’amministrazione comunale. Non intendiamo prendere le difese di qualcuno, né tantomeno delegittimare il prezioso lavoro della terna commissariale, chiamata a guidare l’ente per i prossimi 18 mesi ed alla quale rivolgiamo il nostro augurio di buon lavoro – ribadiscono -, però sentiamo il dovere di capovolgere l’etichetta di paese ad alta densità mafiosa. Definizione che non ci appartiene e che respingiamo con forza».

«Erano anni che non ci sentivamo orgogliosi di essere cittadini di Stefanaconi – conclude poi il Comitato -. Riteniamo sia un dovere civico e morale lottare e condurre tutte le battaglie possibili per riaffermare la verità. Sottoscriviamo e sosteniamo una battaglia di democrazia, a difesa di un popolo che ha diritto ad essere amministrato da chi ha eletto, anche perché rappresentati da persone perbene e oneste, che hanno saputo dare prova di grande dedizione per il miglioramento delle condizioni di vita del nostro paese. Certi che la verità non può essere diversa dalla realtà, invitiamo a sostenere questa causa per dire ancora una volta che SiAmo e saremo popolo in cammino. SiAmo parte della storia, la nostra storia, fatta di legalità e passione civile». In fine, Berlingieri invita a popolazione a mantenersi in contatto con il Comitato attraverso la pagina social “Stefanaconi rialzati”, «in attesa di incontrarci personalmente – conclude – in uno dei tanti appuntamenti che stiamo programmando».

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