Paravati: al via la demolizione della scuola elementare, al suo posto sorgerà un edificio avveniristico
Sarà l’unica scuola innovativa del Vibonese. Il sindaco Giordano: «Iniziativa tesa ad ovviare alle deficienze del patrimonio scolastico ereditato»
Partita l’opera di demolizione della scuola elementare di Paravati, sita in via Trieste. L’edificio fu innalzato alla metà degli anni ’50. Al suo posto il Comune di Mileto provvederà a realizzare una delle 220 scuole innovative progettate in Italia. Di queste, 36 situate in Calabria e una sola, appunto quella in fase di costruzione nel paese natio della Serva di Dio Natuzza Evolo, nella provincia di Vibo Valentia. L’avveniristico edificio scolastico sarà realizzato grazie all’ottenimento di un finanziamento, rientrante nell’ambito del Pnrr, di 2 milioni e 700mila euro. Al momento della pubblicazione del bando ai partecipanti è stato chiesto di immaginare istituti dotati di spazi didattici innovativi, ad alta prestazione energetica, con aree verdi fruibili.
La nuova scuola elementare di Paravati, così come le restanti approvate, almeno nelle intenzioni dovrà essere una vera e propria “civic center”, punto di riferimento per il paese e per l’intera realtà comunale di Mileto. Un istituto aperto al territorio, i cui ambienti dovranno permettere di favorire una didattica migliore e un utilizzo ottimale di spazi per la cittadinanza. «Il tutto – sottolinea al riguardo il sindaco Salvatore Fortunato Giordano, annunciando l’avvio della fase di demolizione del vecchio edifico – rientra nell’ambito del programma dell’amministrazione comunale di Mileto, sviluppato nella consapevolezza che il patrimonio scolastico ereditato era assolutamente deficiente e non rapportato alle esigenze del territorio e, conseguentemente, teso a sfruttare qualsiasi opportunità di finanziamenti offerti da organi superiori per dare una sferzata. Abbiamo visto il crollo della Morabito – aggiunge facendo riferimento al cedimento del giugno scorso del tetto dell’androne d’ingresso della scuola elementare della città capoluogo – che ancora una volta ci ha fatto capire quanto correttamente si debba, esistendone le risorse a disposizione, optare per la demolizione e ricostruzione, anziché con la ristrutturazione».