“Sinus Vibonensis, un mare di storia”, oggi l’inaugurazione della mostra al Museo archeologico
Sarà aperta fino al 28 febbraio. L'iniziativa nell'ambito delle celebrazioni per 250esimo anniversario della fondazione della Guardia di Finanza
Aprirà oggi 19 settembre la mostra “Sinus Vibonensis, un mare di storia”, organizzata dal Reparto operativo aereonavale del Comando provinciale di Vibo Valentia nell’ambito delle celebrazioni per 250esimo anniversario della fondazione del Corpo della Guardia di Finanza. Teatro della rassegna, il Museo archeologico nazionale “Vito Capialbi” incastonato nel castello normanno-svevo. La cerimonia inaugurale prevede alla 17 l’inizio dell’accesso delle autorità, degli altri invitati e delle scolaresche. Subito dopo ci saranno, la conferenza di celebrazione dell’evento, l’inaugurazione della mostra (con tanto di visita guidata) e il concerto dell’Orchestra di fiati del Conservatorio statale di musica “Fausto Torrefranca” di Vibo Valentia. Il Reparto operativo aereonavale del Comando provinciale della Guardia di Finanza organizza la rassegna con la collaborazione del Comune di Vibo Valentia, del Museo archeologico nazionale, del Conservatorio Torrefranca e dell’Ambito territoriale del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
«Nell’essere chiamati ad ospitare la festa delle donne e degli uomini della Guardia di Finanza – affermano al riguardo i vertici del “Capialbi” – abbiamo scoperto come essa, proprio dal porto di Vibo Valentia, con il Reparto operativo aeronavale, eserciti la sua competenza su tutto il mare calabrese, con attività di controllo che spaziano dallo Ionio al Tirreno, dal golfo di Policastro, alle Eolie, allo stretto di Messina. Tale fenomeno è il frutto di un processo storico dalle radici profonde, da quando questo braccio di mare fu solcato dai marinai Fenici e poi Greci che navigavano verso l’Etruria, attraversando il “Poros Tyrrenos”, ovvero lo stretto di Messina, fino alla nascita nel VII secolo a.C. della polis di Hipponion, in un territorio che prese e che prende ancora oggi il nome di “Poros”, ovvero passaggio, transito ininterrotto di popoli e culture. Questo braccio di mare, questo golfo (oggi detto di S. Eufemia) che gli indigeni chiamavano “Veip” – aggiungono – fu poi denominato dagli antichi “Sinus Vibonensis” poiché grazie ad un porto costruito dal potente re di Siracusa Agatocle, divenne il luogo in cui si costruivano navi da guerra e si scambiavano merci da e per tutto il Mediterraneo, tanto che le monete della polis di Hipponion erano caratterizzate proprio dall’immagine dell’anfora utilizzata per il trasporto del vino. Da questo, e da molto altro, nasce “Sinus Vibonensis, un mare di storia”». La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 28 febbraio 2025.
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