giovedì,Novembre 21 2024

L’esercito a difesa dell’ospedale di Vibo diventa un caso nazionale: la notizia rimbalza sulla stampa italiana

Sull’onda lunga delle aggressioni ai danni di medici e infermieri che si stanno registrando in tutto il Paese, il caso vibonese viene preso ad esempio della misura ormai colma. Ma lo Jazzolino non sarà militarizzato

L’esercito a difesa dell’ospedale di Vibo diventa un caso nazionale: la notizia rimbalza sulla stampa italiana
Militari italiani impegnati nell'operazione Strade sicure

L’esercito all’ospedale di Vibo Valentia diventa un caso nazionale. Complice l’ondata di aggressioni nei confronti di medici e infermieri che ormai si registrano in tutta Italia e che negli ultimi giorni ha visto alcuni episodi di particolare violenza, la notizia del presidio militare a guardia dell’ospedale Jazzolino sta rimbalzando su tutta la stampa nazionale e nei Tg dei principali canali. Articoli e servizi video prendono ad esempio il caso di Vibo per sottolineare che la misura è colma ovunque, tanto che nel capoluogo provinciale vibonese, appunto, il prefetto ha deciso di inserire l’ospedale tra le tappe del pattugliamento dei militari dell’esercito impegnati nel servizio Strade sicure. Probabilmente, dunque, non ci sarà un presidio fisso dinanzi allo Jazzolino, ma, come spiegato all’Ansa dal prefetto Grieco, sarà messa in atto una «vigilanza dinamica» che riguarderà anche Vibo Marina, Portosalvo, le stazioni ferroviarie sulla costa e quella principale di Vibo Pizzo. In altre parole, gli stessi militari saranno impegnati in un pattugliamento continuo di queste zone.

Intanto, però, la sintesi giornalistica è perentoria e per la stampa nazionale l’ospedale di Vibo praticamente sarà “militarizzato”, nonostante negli ultimi giorni i casi più gravi ed eclatanti non si siano verificati nel Vibonese, ma a Genova, Caserta, Pescara. In quest’ultimo caso, sono stati addirittura 40 gli aggressori, tutti parenti e amici di un 60enne gravemente malato e deceduto nel reparto di Oncologia, dove si è scatenata la rabbia di una folla inferocita che ha insultato, fatto volare suppellettili e divelto porte, per fermarsi soltanto dopo l’intervento dei carabinieri.

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Restando in Calabria, l’ultima aggressione registrata è quella di ieri sera a Reggio, dove una dottoressa del Pronto soccorso del Grande ospedale metropolitano è stata aggredita da un paziente che pretendeva di essere visitato subito. Ma ora sulla stampa italiana si parla soprattutto di Vibo, come il primo ospedale che sarà presidiato dall’Esercito. Una soluzione, quella dei militari, che appena sette giorni fa veniva chiesta a gran voce da Antonio De Palma, presidente nazionale dell’associazione sindacale Nursing Up: «Stiamo assistendo ad una escalation di violenze, nei confronti dei professionisti sanitari, che non aveva mai toccato, se guardiamo agli ultimi 10 anni, un livello di brutalità e soprattutto di pericolosità così elevato».

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