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«Se facessero un deodorante alle cipolle rosse lo userei», il giornalista canadese stregato da Tropea e dalla sua cucina

Andrew Clark, columnist del secondo più importante quotidiano del Nord America, ha esaltato sul suo giornale la Perla del Tirreno e le sue peculiarità, a cominciare dalla regina della tavola: «L’ho mangiata in tutti i modi e non ne avevo mai abbastanza»

«Se facessero un deodorante alle cipolle rosse lo userei», il giornalista canadese stregato da Tropea e dalla sua cucina
Nel riquadro il giornalista Andrew Clark e l'ex sindaco di Tropea Giovanni Macrì

«Le cipolle rosse di Tropea? Non ne ho mai abbastanza, il loro sapore è sublime. Se facessero un deodorante alla cipolla rossa, lo userei». È quanto scrive Andrew Clark, il columnist del The Globe and mail, il secondo più importante quotidiano canadese, che sul suo giornale cura un’importante rubrica di viaggi. Clark è rimasto letteralmente affascinato da Tropea durante una settimana di soggiorno e ha raccontato ai suoi lettori impressioni, suggestioni e particolarità del suo viaggio. A cominciare dalla cucina mediterranea e, ovviamente dalla Regina Rossa: «Importate nella zona dai marinai fenici più di 4.000 anni fa, le cipolle rosse di Tropea hanno un sapore morbido e dolce e una consistenza croccante. Le ho gustate durante quasi ogni pasto e in molte forme diverse: crude, nella pasta e nell’insalata, sulla pizza e come una succulenta marmellata. Non ne ho mai abbastanza. Il loro sapore è sublime. Se facessero un deodorante alla cipolla rossa, lo userei».

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Il resto del suo articolo è un‘esortazione ai canadesi a scoprire Tropea, «sebbene non sia molto conosciuta in Nord America». A destare la sua meraviglia è stato, ovviamente, soprattutto il mare: «Tropea offre alcune delle più accoglienti spiagge del Mediterraneo, tra cui Il Palombaro, Cannone e Mare Grande. Abbiamo trascorso la maggior parte delle nostre giornate sulla spiaggia della rotonda, a 15 minuti a piedi da Palazzo Mottola, che include una ripida discesa di alcune centinaia di gradini. È una spiaggia pubblica con un’atmosfera conviviale, popolata da amanti del sole, famiglie con bambini piccoli e adolescenti che tirano calci a palloni da calcio. Non è richiesta una sedia a sdraio. A differenza delle spiagge rocciose della Costiera Amalfitana, la sabbia è così soffice che basta stendere un asciugamano».

Dopo aver messo in guardia dalla calca di luglio e agosto, Clark spiega che «durante i “mesi di confine”, come maggio, giugno settembre e ottobre, c’è molto spazio. E questo è un ottimo incentivo per i canadesi, per i quali non esiste un brutto periodo dell’anno per visitare l’Italia meridionale». Ma il giornalista d’oltreoceano ha parole di grande apprezzamento anche per la gente del posto: «I tropeani sono orgogliosi della loro comunità e trasudano un senso dell’umorismo spensierato», usando come esempio ciò che accadde all’inizio degli anni ’80, in piena campagna puritana condotta da molti sindaci italiani che cominciarono a vietare il topless. In quell’occasione l’allora sindaco di Tropea, Giuseppe Maria Romano, emise un’ordinanza che si può riassumere più o meno così: «È severamente vietato il topless in spiaggia, tranne se il seno merita di essere mostrato». Una provocazione che, facendo leva sull’ironia, ebbe eco in tutta Italia, anche se oggi probabilmente non avrebbe uguale fortuna.

Nel maggio scorso Andrew Clark fu accolto a Tropea dall’allora sindaco Giovanni Macrì, decaduto dopo lo scioglimento del Comune per presunte infiltrazioni mafiose. Un incontro che oggi Macrì rivendica con orgoglio con una nota, a dimostrazione dell’attività di marketing territoriale svolta dalla sua amministrazione. «Si tratta di uno soltanto dei diversi risultati frutto delle attività messe in campo in questi ultimi cinque anni – si legge nella nota – esiti virtuosi che di certo continueranno ad arrivare ma che rischiano di essere indeboliti, azzerati o, peggio, invertiti se non si proseguirà per il futuro, col metodo e con i contenuti che fino a qualche mese fa hanno distinto Tropea in marketing territoriale, destagionalizzazione e internazionalizzazione».

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