Farmacie vibonesi pronte a bloccare il servizio Cup, Aned: «Ricatto pericoloso, si badi agli interessi dei pazienti»
L'associazione emodializzati rilancia le parole del commissario Asp alla nostra testata dopo l’annunciata protesta per il mancato rimborso dei farmaci. Comerci (Indipendenza): «Lite tra comari mentre i cittadini continuano a rimetterci le penne»
L’Aned – Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto – interviene sulla protesta di Federfarma Vibo Valentia che ha annunciato il blocco totale del servizio Cup nelle 79 farmacie della provincia a partire da lunedì 9 settembre. Una protesta che nasce dalle «inadempienze» dell’Asp di Vibo sul rimborso dei medicinali alle farmacie. Per il vicesegretario Aned Pasquale Scarmozzino il blocco delle prenotazioni specialistiche in farmacia «è emblematico del rischio cui va incontro il Sistema sanitario nazionale e regionale con l’esternalizzazione dei servizi sanitari». Una rivendicazione legittima quella di Federfarma, secondo Aned, che «però non tiene conto degli interessi altrettanto legittimi e vitali per i cittadini-pazienti: business is business per Federfarma».
«Ciò rattrista e preoccupa – aggiunge il rappresentante dell’associazione di emodializzati -, come cittadini e come associazione di malati, perché sostanzialmente costituisce un ricatto pericoloso a danno di utenti-pazienti, come ha evidenziato il commissario Battistini. Come non essere d’accordo». Alla nostra testata il numero uno dell’Asp di Vibo, Antonio Battistini, aveva detto che le istanze dei farmacisti sono fondate, «ma il metodo non è quello giusto». E aveva fatto riferimento alla situazione trovata al suo arrivo: «20mila ricette non caricate nel sistema e la farmacia territoriale ridotta ai minimi termini. Niente ricette, niente rimborsi». Un clima pesante, insomma, esasperato «dall’attesa sulle decisioni dello scioglimento».
Aned: «Serve Ssn pubblico ed efficiente»
Anche Aned si mostra perplessa nei confronti della protesta delle farmacie e aggiunge: «In Calabria, Federfarma ha ultimamente magnificato il ruolo delle farmacie affermando persino: “Siamo riusciti ad abbattere le liste di attesa”. A noi non risulta! Le liste di attesa si abbattono con l’implementazione del personale sanitario nei presidi sanitari non già con la propaganda. Le nostre preoccupazioni anzi – aggiunge il vicesegretario Scaramozzino – aumentano di parecchio pensando che le “farmacie di servizio” possano decidere in futuro azioni di rivalsa per disaccordi su nuove prestazioni autorizzate come i vaccini, Ecg, analisi, tamponi, visto che la volontà politica mira alla esternalizzazione selvaggia e non già alla semplificazione come viene detto da un sottosegretario-farmacista».
E ancora: «L’esperienza del periodo Covid in materia di dialisi nefrologia e trapianti ci indica che la salute della popolazione si ottiene con un SSN pubblico ed efficiente solo secondo i dettami della legge 833 istituita nel 1978. Per questo, sollecitiamo una riforma seria sul ruolo pubblico e fondamentale dei medici di medicina generale e l’istituzione delle Case di comunità con cui le farmacie possono si integrarsi e interagire per i diversi servizi socio-sanitari. Allo stato attuale delle cose e con l’inconsistenza della azione politica in tema di sanità, credo – conclude il vicesegretario Scaramozzino – ci sia poco da aspettarsi per arginare la deriva della privatizzazione sanitaria in atto».
«Lite tra comari»
Il vicecoordinatore provinciale del movimento politico Indipendenza Enzo Comerci, a proposito dello scontro tra Federfarma e Asp, parla invece di «una “lite tra comari” benestanti dove, ancora una volta, a metterci le penne sono gli assistiti, in particolari i meno abbienti e gli anziani, che rischiano la sospensione di un servizio capillare ed efficiente anche se, spesso, per prenotare una visita per le calende greche».
«Mentre questo accade – aggiunge – e il commissario straordinario non perde occasione ad autoincensarsi per i risultati, che nessuno ha visto dopo 15 mesi di pieni poteri nella gestione della sanita Vibonese, si aspetta la decisione, a breve, della Commissione d’accesso agli atti per presunte infiltrazioni mafiose all’Azienda sanitaria provinciale. Quella Azienda al collasso, che fa acqua da tutte le parti, con un mare di debiti è stata gestita da sempre da Commissari ordinari e Straordinari, Direttori generali di ogni fatta, assistiti in questo loro “ammirevole” lavoro da “colonnelli” e Funzionari senza scrupoli da loro stessi nominati. Un Commissario straordinario rischia di essere sostituito da una Commissione Straordinaria a conclusione della Commissione d’accesso agli atti, tutti alti funzionari dello Stato che hanno un comune denominatore: acchiappare enormi compensi mentre tanti e tanti cittadini sono costretti, per le loro precarietà economiche, a rinunciare alle cure mediche per la precarietà del sistema sanitario pubblico e le lungaggini delle liste d’attesa non potendo permettersi la sanità privata».