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Uccisi a 10 e 14 anni da una bomba della ‘ndrangheta: Jonadi intitola la Villa comunale ai fratellini Pesce

La strage più efferata commessa dalla criminalità vibonese è avvenuta nel 1982 ed è ancora senza colpevoli. Alla toccante cerimonia c’erano anche il sindaco di Filandari e il referente territoriale di Libera

Uccisi a 10 e 14 anni da una bomba della ‘ndrangheta: Jonadi intitola la Villa comunale ai fratellini Pesce

Un dolore ancora vivo e lancinante che tocca non solo un paese ma tutta la provincia. Sono passati ben 42 anni dall’omicidio dei fratellini Bartolo e Antonio Pesce, di 10 e 14 anni, vittime innocenti di mafia. L’attentato si consumò il 24 ottobre del 1982 a Pizzinni. Prima i giochi per strada, poi un forte boato e le urla di terrore. Rimasero ferite nell’esplosione anche altre 4 persone. Una strage rimasta senza verità: ci fu solo un processo ma si concluse con l’assoluzione degli imputati. Il sospetto – rimasto tale- è che la bomba fosse indirizzata ai fratelli Soriano. L’ordigno esplosivo venne però collocato sotto l’abitazione sbagliata causando la morte dei due bambini.

Nel ricordo di Bartolo e Antonio

Per omaggiare il ricordo delle due giovanissime vittime, la Villa comunale di Jonadi è stata intitolata ai due fratellini per volere dell’amministrazione guidata dal sindaco Fabio Signoretta. Diverse le figure che sono intervenute in occasione dell’evento. Tra gli ospiti: il referente di Libera Giuseppe Borrello, don Lucio Bellantoni, ⁠don Davide Moschella, ⁠Rita Fuduli, sindaco Filandari.

Il ricordo della strage

La villa, strappata al degrado, è stata recente ristrutturata dalla giunta Signoretta. Quindi la decisione di dedicare l’area ai fratellini Pesce. In occasione della cerimonia, Rita Fuduli, sindaco di Filandari ha ripercorso i sentimenti di rabbia e dolore attraversati dalla comunità, ancora in attesa di giustizia: «Il giorno successivo si è tenuta una seduta di Consiglio comunale straordinaria con l’allora primo cittadino Giuseppe Fransoni, avente per oggetto “Strage mafiosa del 24 ottobre, provvedimenti e proponimenti dell’amministrazione comunale”. Ai tempi, il consigliere Pasquale Romano aveva espresso la volontà di intitolare la strada in cui è avvenuta la strage alla memoria dei fratellini Pesce, cosa accolta all’unanimità e in seguito espletata».

E ancora: «Importante sottolineare che nella mia precedente legislatura mi è stato donato un immobile dagli eredi dei coniugi Domenico Napoli e Caterina Mazzitelli. Qui, dopo la demolizione della struttura, si sta realizzando una piazza adiacente la chiesa dedicata a San Carlo Borromeo. In programma c’era e c’è di intitolare la Piazza ai due fratellini Bartolo e Antonio, fortemente voluta anche dal mio consigliere Giuseppe Pesce, nonché cugino dei due ragazzi tragicamente rimasti vittima di quell’attentato».

La violenza della ‘Ndrangheta nella storia dei fratellini Pesce

Significativo e denso di emozioni, l’intervento di Giuseppe Borrello, referente di “Libera”: «Un pensiero, tramite questi ragazzi, va a tutte le famiglie che hanno dovuto vivere il funerale dei propri figli vittime di mafia. Questa Villa sarà sicuramente frequentata da tanti ragazzi che si chiederanno chi erano Bartolo e Antonio, e conseguentemente conosceranno la violenza e la crudeltà della ‘ndrangheta, comprendendo la necessità di prendersi cura di questi luoghi. Una storia, questa, che sfata i miti di quella mafia che non uccide donne e bambini, non c’è falsità più grande».

Borrello ha poi aggiunti: «Si dice che i due ragazzi si trovavano al posto sbagliato, ma una cosa dobbiamo chiedercela: in quale luogo dovevano trovarsi se non vicino la propria abitazione? Dobbiamo essere liberi di scegliere». Un pensiero anche da parte del parroco di Pizzinni, don Davide Moschella: «Oggi si è messo un segno in questa Villa Comunale, in una città che si sta proiettando al futuro e intitolata ai quei bambini. Un messaggio forte che è quello di fondare le relazioni non sull’odio ma sulla pace».

A chiudere il cerchio degli interventi il sindaco Fabio Signoretta: «Quando si è messo a piovere, poco prima che iniziassimo l’intitolazione, non mi sono preoccupato perché mi ha ricordato quando abbiamo intitolato il campo sportivo a Costantino Borrello. Prima del cemento – ha chiosato il primo cittadino – viene la coesione comunitaria e l’idea dell’intitolazione nasce dall’insegnamento di un grande artista che tanti anni fa disse di fare più bene possibile e non tradire mai tradire la verità».

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